Salvatore Quasimodo
Salvatore Quasimodo nacque a Modica (Ragusa) nel 1901. Seguì studi tecnici a Palermo e Messina e poi al Politecnico di Roma, coltivando anche da autodidatta lo studio del greco e del latino.
Interrotti gli studi a causa delle ristrettezze economiche, fu costretto a cercar lavoro, ed accettò impieghi modesti, fino a quando nel 1928 divenne funzionario del Genio Civile: per un decennio viaggiò continuamente per l’Italia per motivi di lavoro, finché si stabilì definitivamente a Milano, dopo aver abbandonato l’impiego nel 1938. Intanto aveva pubblicato alcune raccolte di poesie che, in una redazione riveduta e definitiva, furono successivamente riunite nel volume Ed è subito sera (1942).
Quasimodo aveva già chiaramente definito quella che è stata detta poetica della parola: ogni poeta – dirà egli stesso – “si riconosce non soltanto dalla sua voce ritmica o interna, ma soprattutto dal suo linguaggio, da quel particolare vocabolario e da quella sintassi che ne denunziano la personalità attraverso una determinazione spirituale”.
Le poesie pubblicate dopo la guerra, raccolte nei volumi Giorno dopo giorno, La vita non è sogno, Il falso e vero verde, La terra impareggiabile, e Dare e avere, testimoniano un allargamento dei suoi interessi spirituali, umani e sociali.
Quasimodo si accostò spesso al mondo classico per dare il suo linguaggio poetico ai lirici greci, ad Omero, ad Eschilo, a Sofocle, ad Euripide, a Virgilio, a Catullo, ad Ovidio e a tanti altri.
Nel 1959 gli venne conferito il premio Nobel. Morì a Napoli nel 1968.
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