Francesco Petrarca – Rime 1
Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond’io nudriva ‘l core
in sul mio primo giovenile errore
quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono,
del vario stile in ch’io piango e ragiono
fra le vane speranze e ‘l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore
spero trovar pietà, non che perdono.
Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di me medesimo meco mi vergogno;
e del mio vaneggiar vergogna è ‘l frutto,
e ‘l pentersi, e ‘l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno.
Francesco Petrarca
L’ha ripubblicato su Antonella Lallo.
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Poeta scoperto fra i banchi di scuola, di cui ammirai il suo pensiero secondo cui bisogna avvicinarsi allo spirtuale piuttosto che al materiale
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Buona sera Maria che bella epoca era quella di quando stavamo fra i banchi di scuola con i nostri problemi che sembravano insormontabili e adesso guardandoli con occhi diversi con tanta nostalgia. Per quanto riguarda il Petrarca il suo pensiero mi trova perfettamente d’accordo anche se la nostra epoca è basata soprattutto sul benessere materiale.
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Eh, sicuramente il periodo scolastico ti lasciava pochi doveri da svolgere, anche se in quel momento ci apparivano più grandi.
Sì, purtroppo, la nostra epoca bada poco o niente alla spiritualità; tuttavia è compito di ognuno di noi provvedere a ciò, nella propria intimità, con o senza la società.
Buona serata a te
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