Dalle Mille e una notte – i racconti di Sherazad
Quarta notte
Il fattore, meno pietoso di me, la sacrificò. Ma, nello scuoiarla, si vide che aveva soltanto ossa, nonostante ci fosse sembrata grassissima. Ne provai un vero dolore.
“Prendetela voi, – dissi al fattore, – ve la lascio. Fatene regali ed elemosine a chi vorrete e, se avete un vitello ben grasso, portatemelo al suo posto.” Non m’informai di quel che fece della vacca. Ma, poco tempo dopo avermela tolta di sotto gli occhi, lo vidi arrivare con un vitello grassissimo. Sebbene ignorassi che quel vitello era mio figlio, ciò nonostante sentii le mie viscere commuoversi alla sua vista. Da parte sua, appena mi scorse, fece un tale sforzo per venire verso di me che spezzò la corda. Si gettò ai miei piedi, con la testa a terra come se avesse voluto suscitare la mia compassione e scongiurarmi di non avere la crudeltà di togliergli la vita, avvertendomi come poteva che era mio figlio.
Quest’atto mi stupì e mi colpì ancor più di quanto non lo avessero fatto i pianti della vacca. Sentivo una tenera pietà che mi spinse a commuovermi per lui; o, per meglio dire, il sangue fece in me il suo dovere.
“Andate, – dissi al fattore, – riportate via questo vitello, abbiatene gran cura e portatemene subito un altro al posto suo.”
Appena mia moglie mi udì parlare in questi termini, non mancò di esclamare ancora:
“Che fate, marito mio? Statemi a sentire, non sacrificate un altro vitello al posto di questo.
- Moglie mia, – le risposi, – non l’immolerò. Voglio fargli grazia e vi prego di non opporvi.”
Ella era ben lungi, la perfida, dal cedere alle mie preghiere; odiava troppo mio figlio per consentire ch’io lo salvassi. Me ne chiese il sacrificio con tanta ostinazione che fui costretto ad accordarglielo. Legai il vitello e, prendendo il funesto coltello…
A questo punto Sherazad, scorgendo l’alba, smise di parlare.
“Sorella mia, – disse allora Dinarzad, – sono incantata da questo racconto che tiene desta così piacevolmente la mia attenzione.
- Se il sultano mi lascia in vita ancora per oggi, – rispose Sherazad, – vedrete che quanto vi racconterò domani, vi divertirà molto di più.” Shahriar, curioso di sapere che cosa sarebbe accaduto al figlio del vecchio della cerva, disse alla sultana che sarebbe stato molto felice di ascoltare, la notte seguente, la fine di quel racconto.
Continua.