Mais o Granoturco – Zea mays L.
Atlante delle coltivazioni erbacee – Cereali
Classe: Monocotyledones
Ordine: Glumiflorae
Famiglia: Graminaceae (Gramineae o Poaceae)
Sotto famiglia: Andropogonoideae
Tribù: Maydeae
Specie: Zea mays L.
Altri nomi comuni: frumentone, grano d’India, melica, formentazzo
Francese: mais; Inglese: maize, Indian corn; Spagnolo: maiz; Tedesco: mais.
Durata delle fasi vegetativeLa velocità con cui il mais compie le fasi del suo sviluppo varia molto con la costituzione genetica e con le condizioni climatiche.
La fase compresa tra la semina e l’emergenza ha una durata variabile secondo la temperatura: con 12 °C (minimo): 18-20 giorni; con 17 °C: 8-10 giorni; con 21 °C: 5-6 giorni.
La fase che va dall’emergenza all’antesi varia moltissimo con la varietà in interazione con la temperatura e soprattutto col fotoperiodo. In Italia i tipi più precoci fioriscono dopo 45-50 giorni dall’emergenza, mentre i più tardivi fioriscono dopo 70-75 giorni, cioè a fine luglio, primi di agosto. Varietà tropicali, brevidiurne, nei lunghi giorni estivi delle regioni temperate salirebbero a fiore solo al sopraggiungere dell’autunno.
La fase compresa tra l’antesi e la maturazione fisiologica dipende strettamente dalle caratteristiche genetiche della cultivar e dalla temperatura e umidità dell’ambiente. Gli ibridi più precoci maturano dopo 45-55 giorni dalla fioritura, mentre tipi molto tardivi dopo 70 giorni possono non aver ancora raggiunto la maturazione fisiologica.
Pertanto il ciclo complessivo «emergenza-maturazione fisiologica» dei mais coltivati in Italia varia da un minimo di 90 giorni a un massimo non superabile di 145 giorni

Esigenze ambientali
Il mais è pianta di origine tropicale ed è quindi tipicamente macroterma e, almeno originariamente, brevidiurna.
Grazie alla forte variabilità esistente all’interno della specie e alla struttura genetica eterozigote delle popolazioni naturali, il mais ha allargato moltissimo la sua area di distribuzione, per autoadattamento e per selezione antropica, fino al 50° di latitudine Nord.
Per quanto riguarda la reazione fotoperiodica, da tipi strettamente brevidiurni si è passati a tipi adattatisi alle latitudini medio-alte e quindi divenuti fotoindifferenti.
In ambiente avverso per brevità del periodo favorevole si sono formati ecotipi caratterizzati da estrema precocità di fioritura e di maturazione.
Temperatura
Il mais esige temperature elevate per tutto il suo ciclo vitale, durante il quale manifesta esigenze via via crescenti.
Il mais non germina e non si sviluppa (zero di vegetazione) se le temperature sono inferiori a 10 °C; in pratica per avere nascite non troppo lente e aleatorie si consiglia di iniziare a seminare quando la temperatura del terreno ha raggiunto stabilmente i 12 °C.
Abbassamenti di temperatura anche solo vicini a 0°C (4-5 °C) uccidono le piante o le lasciano irrimediabilmente stressate.
La temperatura ottimale per l’accrescimento è di 22-24 °C; per la fioritura di 26 °C.
Il mais in fase di granigione cessa di crescere sotto i 17 °C: è questa la soglia termica che segna il termine della stagione vegetativa del mais (II e III decade di settembre, in Italia).
Anche eccessi termici, tuttavia, possono rivelarsi dannosi per la produttività del mais.
Forti calori sono particolarmente dannosi durante la fioritura: temperature superiori a 32-33 °C accompagnate da bassa umidità relativa dell’aria e, conseguentemente, anche da stress idrici per sbilancio evapotraspiratorio, possono provocare cattiva allegagione e gravi fallanze di cariossidi sulla spiga.
Le conseguenze sono frequentemente visibili come incompleta granigione delle spighe, specialmente nella parte apicale, che è l’ultima a fiorire.
Acqua
Le regioni più adatte al mais (le cosiddette «corn belts» o fasce da mais) sono quelle dove in estate le piogge sono frequenti e regolari.
In Italia solo le regioni nord-orientali hanno una pluviometria abbastanza favorevole che spesso rende l’irrigazione non necessaria; ma nel resto del paese il regime pluviometrico è di tipo mediterraneo (piogge estive scarse e irregolari o assenti) per cui il mais qui fornisce produzioni che, senza l’ausilio dell’irrigazione, sono basse e aleatorie. Peraltro con l’irrigazione sotto ogni clima si può supplire alla deficienza delle piogge, purché l’acqua necessaria sia disponibile a costi contenuti e non abbia utilizzazione su colture più redditizie.
Terreno
Il mais è un ottimo esempio di adattabilità alle più varie condizioni di suolo.
Con clima favorevole e una buona tecnica colturale tutti i terreni possono diventare sede di un’eccellente maiscoltura: da quelli sabbiosi agli argillosi, da quelli sub-acidi ai sub-alcalini (purché non si verifichino deficienze di microelementi), dalle terre grigie, alle brune, alle rosse, alle torbose.
Condizioni indispensabili perché il mais possa dare i migliori risultati sono: ampie disponibilità di elementi nutritivi assimilabili e buona aerazione della rizosfera. La maggiore insofferenza del mais è nei riguardi dei terreni asfittici e molto crepacciabili perché troppo compatti e mal strutturati.
Varietà
Il miglioramento genetico vegetale ha realizzato nel mais successi spettacolari, superiori che in qualsiasi altra pianta coltivata. Ciò grazie alla concomitanza di una serie di favorevoli condizioni: grande variabilità genetica della specie, relativa facilità di studio sperimentale e, di conseguenza, enorme massa di ricerche di genetica pura e applicata.