I racconti di Sherazad – da Le mille e una notte
STORIA DELL’INVIDIOSO E DELL’INVIDIATO
Vivevano in una città piuttosto importante due uomini che abitavano a porta a porta. L’uno concepì contro l’altro un’invidia così violenta da indurre colui che ne era l’oggetto a cambiar casa e ad allontanarsi, convinto che soltanto la prossimità gli aveva attirato l’animosità del suo vicino. Infatti, sebbene gli avesse reso dei buoni servigi, si era accorto che non per questo era meno odiato. Perciò vendette la casa coi pochi beni che possedeva e, ritirandosi nella capitale del paese, che non era lontana, a circa mezza lega dalla città comprò un po’ di terra. C’era una casa abbastanza comoda, un bel giardino e una corte ragionevolmente grande con una profonda cisterna fuori uso.
Il brav’uomo, dopo aver fatto questo acquisto, prese l’abito di dervis per condurre una vita più ritirata, e fece costruire parecchie celle nella casa, dove stabilì in breve una numerosa comunità di dervisci. La sua virtù lo rese noto in breve tempo, e non mancò di attirare a lui un’infinità di persone, sia del popolo sia dei principati della città. Insomma, tutti l’onoravano e gli volevano un gran bene. Venivano anche da molto lontano per raccomandarsi alle sue preghiere; e tutti quelli che erano stati a trovarlo parlavano delle benedizioni che credevano di aver ricevuto per il suo tramite.
Poiché la grande reputazione del personaggio si era diffusa nella città da cui veniva, l’invidioso ne provò un dolore così vivo che abbandonò la casa e gli affari, con lo scopo di andare a rovinarlo. Per questa ragione, si recò al nuovo convento di dervisci il cui capo, prima suo vicino, lo accolse con tutti i segni di amicizia immaginabili. L’invidioso gli disse di essere venuto espressamente per comunicargli un affare importante, di cui poteva parlargli soltanto in privato.
“Affinché nessuno ci ascolti, – soggiunse, – passeggiamo, vi prego, nella vostra corte, e visto che la notte si avvicina, ordinate ai vostri dervisci di ritirarsi nelle loro celle.” Il capo dei dervisci fece ciò che quegli desiderava.
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