BOCCACCIO, NAPOLI E IL “DECAMERON” – 14

LE AVVENTURE PARTENOPEE DI ANDREUCCIO

NOBILTA’, CRUDELTA’ E ASTUZIE IN TERRA NAPOLETANA – 3

Di nobilissima famiglia napoletana, già citata dal Boccaccio nella “Caccia di Diana”, è invece l’Arrighetto Capece fu capitano generale di Manfredi in Sicilia nel 1266. Di altrettanto nobile stirpe napoletana è la moglie, Beritola dei Caracciolo, il cui nome compare più volte nella “Caccia di Diana”. “Nessun documento o altra fonte autorevole”, sottolineava Michelangelo Schipa, ripreso da Bonaventura Zumbini, “assicura l’esistenza di un Arrighetto Capece”, il quale nella novella, “in grandissimo stato” sotto Manfredi, dopo la sconfitta e l’uccisione di questi da parte di Carlo I tentò di fuggire dalla Sicilia, ma senza fortuna: “subitamente” scrive il Boccaccio, “egli e molti altri amici e servitori del re Manfredi furono per prigioni dati al re Carlo, e la possessione dell’isola appresso”.

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