La favola del giorno

I racconti di Sherazad – da Le mille e una notte

STORIA DELL’INVIDIOSO E DELL’INVIDIATO – 5

Qualcuno non avrebbe mancato di fare ciò che diceva se, mettendomi accanto al capitano, non mi fossi prosternato ai suoi piedi. Infatti, avendolo afferrato per l’abito, nell’atteggiamento del supplicante, egli fu talmente commosso da questo atto e dalle lacrime che vedeva sgorgare dia miei occhi, che mi prese sotto la sua protezione, minacciando di far pentire colui che mi avesse fatto il minimo male. Mi fece mille carezze. Quanto a me, in mancanza della parola, gli diedi con i miei gesti tutti i segni di riconoscenza che mi furono possibili.

Il vento, sopraggiunto alla calma, non fu forte, ma fu favorevole: non cambiò per cinquanta giorni e ci fece approdare felicemente nel porto di una bella città molto popolosa e di grande traffico in cui gettammo le ancore. Essa era tanto più considerevole in quanto era la capitale di un potente Stato.

Il nostro vascello fu in breve circondato da un’infinità di barchette, piene di persone che venivano a felicitarsi con i loro amici per il loro arrivo, o a informarsi di quello che avevano visto nel paese da dove arrivavano, o semplicemente per vedere un vascello che veniva da lontano. Tra gli altri, arrivarono degli ufficiali che chiesero di parlare, da parte del sultano, ai mercanti della nostra nave. I mercanti si presentarono e uno degli ufficiali, prendendo la parola, disse loro:

“Il sultano nostro padrone ci ha incaricato di manifestarvi la sua gioia per il vostro arrivo, e di pregare ciascuno di voi di prendersi la pena di scrivere su questo rotolo di carta qualche riga della vostra scrittura. Per informarvi del suo piano, dovete sapere che egli aveva un primo visir che, oltre a d avere una grande capacità nel maneggio degli affari, scriveva con perfezione estrema. Questo ministro è morto da pochi giorni. Il sultano ne è molto addolorato; e poiché non guardava mai gli scritti di suo pugno senza ammirarli, ha giurato solennemente di dare il suo posto soltanto ad un uomo che scrivesse bene come lui. Molte persone hanno presentato i loro scritti; ma fino a questo momento non si è trovato nessuno, nell’ambito di questo impero, che sia stato giudicato degno di occupare il posto del visir.”

Continua

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