I campi ardenti – 4
Il racconto della battaglia dei Giganti è in realtà la descrizione di un eruzione vulcanica. Gli esseri mostruosi ed altissimi che tentano la scalata verso il cielo gettando massi roventi e sputando fiamme sono in realtà le immagini drammatiche di violente ed estese eruzioni vulcaniche che in quell’epoca dovevano essere al culmine della loro attività.
Terra e mito in un connubio stretto dove l’uno giustifica l’altro e viceversa, come nella storia del gigante Tifeo, che, sconfitto da Zeus, viene sepolto sotto il vulcano Epomeo nell’isola di Ischia, o quella del gigante Mimante che giace sotto la vicina Procida.
Il mito di Eracle fu talmente profondo e radicato nel territorio campano che numerose località della costa legarono il loro nome a quello dell’eroe. Basti ricordare Ercolano, di cui l’eroe è eponimo o la stella Bacoli che deve il suo nome all’episodio degli armenti di Gerione.
Altro eroe greco legato ai Campi Flegrei è Odisseo meglio conosciuto con il nome latino di Ulisse.
La presenza dell’eroe è legato agli episodi della visita di Ischia, nonché ai nomi di Baio e Miseno, suoi sciagurati compagni, da cui deriveranno i nomi di due delle località flegree più famose – Baia e Miseno.
Gli studiosi hanno ritenuto di poter individuare nei siti flegrei alcuni degli episodi narrati da Omero: così, l’isola delle Capre sarebbe Nisida; l’isola di Scheria, Ischia; l’evocazione dei morti e il vaticinio sarebbero ricollegabili alla zona dell’Averno; la leggenda del popolo dei Cimmeri ad alcune popolazioni della zona puteolana dedite all’estrazione mineraria.
E da Ulisse passiamo ad Enea, l’eroe virgiliano la cui storia si sovrappone in molti punti a quella omerica. Nei Campi Flegrei Virgilio volle ambientare l’intero VI libro della sua opera.
Il tempio di Apollo a Cuma, la leggenda di Dedalo, la Sibilla e i suoi vaticini, il mondo dell’Ade e la porta degli Inferi, trovarono nel poeta mantovano la loro definitiva consacrazione.
Ma, accanto alle leggende ed ai miti greci e romani anche piccoli pezzi di storia passarono attraverso i campi ardenti: Annibale, Cesare, Nerone, Agrippina, Paolo di Tarsia, legarono alcune loro vicende a questa terra.
Queste righe non hanno la presunzione di essere una guida turistica completa del territorio che orienti il turista lungo le località che lo compongono, e neanche un saggio di storia, di iconografia o di leggende antiche. E’ un atto d’amore verso una terra trascurata e dimenticata, condannata dall’incuria, dall’indifferenza e dalle speculazioni, più che dai suoi moti tellurici.
Perché l’indifferenza umana può essere più distruttiva di mille vulcani…