Furono i marinai inglesi che
sbarcavano dalle navi, e giocavano negli spiazzi vicino al porto, e gli
svizzeri che lavoravano in città, e avevano conosciuto il calcio nei collegi
del loro paese, a gettare il seme del football a Napoli alla fine
dell’ottocento. Formarono squadre di calcio i club nautici ed è del 1896 la
prima notizia di una partita al Campo di Marte, dov’è oggi l’aeroporto di
Capodichino. Dominavano tre squadre, l’Open Air, formazione di aristocratici,
l’Helios e l’Audace.
Un napoletano nato in Egitto,
Carlo Garozzo, giunto per frequentare l’Istituto di Belle Arti, ospite della
famiglia Bruschini, magnificò ai ragazzi della famiglia il gioco che aveva
conosciuto al Cairo dagli inglesi. In casa Bruschini nel 1904, fu fondato il
Naples Cricket and Football Club, denominazione tipicamente inglese, desunta
dalla denominazione del Genoa che faceva calcio in Italia dal 1893. Primo
presidente l’ingegnere Amedeo Salsi. A sostenerne le fortune James Potts, un
funzionario inglese della Cunard Line, e un genovese di origini inglesi, Ettore
Bayon. Maglie a strisce verticali blu e celesti. Covo del tifo alla Pignasecca
dove abitava la famiglia Bruschini. La vittoria sul campo di Bagnoli per 3-2
sulla squadra della nave “Arabik”, che contava nelle sue file alcuni talenti
del calcio inglese, ed il successivo 2-1 a Palermo nella Coppa del Tè contro la
squadra cittadina, l’Anglo Panormitan Football Club, fondato nel 1897, imposero
il Naples al vertice del calcio napoletano. Nella squadra giocano tedeschi,
danesi, svizzeri, inglesi, un belga e tre napoletani.
Nel 1911, Ettore Bayon, il
centromediano tedesco Hasso Steinegger e altri soci si staccarono dal Naples
per fondare L’unione Sportiva Internazionale. Maglia blu. Primo presidente uno
straniero, Luigi Stolte, poi il napoletano Augusto Barbati. Tra i soci
fondatori, Alfredo Pattison un grande canottiere di origini inglesi. Campo di
gioco ad Agnano.
Naples e Internazionale si
trovarono di fronte nei campionati regionali. Il primo derby fu disputato il 21
aprile 1912, vinse l’Internazionale 4-3.
Per il titolo regionale furono
necessari tre spareggi, l’ultimo vinto dall’Internazionale 2-1. Furono 16 i
derby cittadini siglati dalla supremazia dell’Internazionale: 7 vittorie, 4
pareggi, 5 sconfitte, 27 gol contro 26.
Ma le due formazioni partenopee
arrancavano dietro le squadre della provincia (Puteolana, Savoia, Bagnolese) e
perdevano, contro Lazio e Livorno, le finali del Sud.
Emilio Reale, presidente
dell’Internazionale, fu il fautore della fusione fra le due società e, nel
1922, nacque l’Internaples, maglia blu con risvolti celesti, campo di gioco lo
stadio militare “Albricci” all’Arenaccia.
Per tre stagioni, supremazia del
Savoia nel girone campano. Divenne presidente dell’Internaples Giorgio Ascarelli.
Ingaggiò come allenatore il varesino Carlo Carcano, che avrebbe fatto grande la
Juve anni Trenta, e alla quarta stagione (1925-26) l’Internaples vinse il
girone campano, si aggiudicò le finali del Sud, ma perse la finalissima per il
titolo centromeridionale con l’Alba Roma: 1-6 in trasferta, 1-1 all’Arenaccia
con incidenti e invasione di campo.
Giocavano nell’Internaples
Sallustro e l’alessandrino Giovanni Ferrari, diciottenne, che diverrà poi un
asso di Juve e Inter, due volte campione del mondo con la nazionale di Pozzo
nel ’34 e nel ’38. Conti nua.
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