Miti – Saghe e Leggende

Figli della Terra – mito degli Apache Jicarilla – 2

Altre persone pensarono bene di seminare questi piccoli mucchi di terra con semi e piante da frutta. Altri ancora provvidero ad annaffiarli prontamente. Ciascuno si dava un gran da fare e tutti aiutavano in qualcosa, tanta era l’ansia di salire verso il nuovo mondo.

Quando furono ben zuppi d’acqua, i mucchi di sabbia incominciarono a fremere, poi subito si gonfiarono e all’improvviso incominciarono a crescere a vista d’occhio. Più la gente versava l’acqua, più diventavano gonfi, sempre più gonfi e ancora più alti. A mano a mano che i mucchi crescevano, i semi germogliavano e le piantine andavano trasformandosi in alberi frondosi. Ora i mucchi erano cresciuti come colline e gli alberi da frutto si ricoprirono di gemme fiorite. Le quattro colline continuarono a crescere fino a diventare alte come montagne: allora le frasche si arricchirono di splendidi frutti, bacche mature e succose ciliegie. La montagna cresceva sempre di più e sembrava raggiungere la volta celeste proprio nel punto in cui si apriva il buco.

La gente era felice. Danzava e cantava mentre il monte diveniva sempre più alto. Tutti speravano di poter presto emergere dal sottosuolo.

Un giorno due giovani fanciulle, attratte dal meraviglioso spettacolo di quelle quattro montagne ricche di frutti e di fiori, si arrampicarono lungo le pendici alberate e incominciarono a raccogliere bacche da gustare e fiori per ornare i loro capelli. In quel modo però le due ignare ragazze violarono quello scenario così attraente e fu così che all’improvviso le montagne smisero di crescere.

La gente si meravigliò non riuscendo a capire perché ciò fosse accaduto. Fu deciso allora di inviare un esploratore perché scoprisse la causa di quell’arresto improvviso. Fu scelto Ciclone, il quale subito si mise in cammino cercando in ogni angolo, finché non scoprì le due ragazze e le ricondusse alla gente. Le montagne tuttavia non ripresero a crescere ed ora sembrava impossibile raggiungere il buco, poiché le vette più alte si erano arrestate ad una certa distanza da esso. Allora alcuni pensarono di costruire una scala legando fra loro piume d’aquila, ma quei fragili gradini si ruppero subito sotto il peso delle persone. Così fu anche per una seconda scala di piume più grandi.

Dopo vari fallimenti la gente era triste e scoraggiata. Giunse allora Bufalo e offrì il suo corno destro affinché la gente lo utilizzasse come scala. L’idea era buona, ma un solo corno non bastava. Giunsero allora altri tre bufali ed offrirono le loro corna. Fu possibile costruire così una scala molto solida, capace di sopportare il peso di un uomo.

La scala, posta sulla cima del monte, raggiunse l’apertura; così finalmente tutti poterono salire verso il foro. Ma il peso dell’intera umanità curvò le corna di Bufalo e da allora i bufali hanno corna ritorte.

Intanto tutti gli esseri viventi del sottosuolo si erano raccolti attorno al buco. Essi non potevano ancora emergere poiché il mondo era coperto dall’acqua. Quattro burrasche furono allora inviate per spazzare via le acque dalla terra. Burrasca nera soffiò ad Est, Tempesta azzurra a Sud, Burrasca gialla ad Ovest e Tempesta scintillante a Nord. Così nacquero i quattro oceani.

Dopo aver raccolto le acque nelle quattro direzioni, le burrasche si calmarono e ritornarono nel sottosuolo. Il mondo era ora libero dalle acque, ma il suolo era ancora umido e melmoso.

Il primo ad uscire fu Puzzola. Appena fu all’esterno le sue gambe sprofondarono nel fango e divennero nere; e da allora sono rimaste di questo colore. Fu poi la volta di Castoro. Appena si trovò sul mondo costruì una grande diga e raccolse tutta l’acqua che ancora si trovava sulla terra, in un grande lago. Per fare ciò Castoro impiegò molto tempo. Gli uomini raggruppati intorno al buco non lo videro tornare e inviarono Ciclone a vedere se gli fosse successo qualcosa.

Quando Ciclone incontrò Castoro intento a recuperare l’acqua che si andava ritirando, dapprima non capì, poi Castoro gli spiegò che quell’acqua sarebbe servita a dissetare l’umanità. Allora insieme ritornarono al buco della terra.

Ormai il mondo nuovo era completamente asciutto. Tutte le acque erano state riversate nei quattro oceani e nel grande lago costruito da Castoro. La gente poteva finalmente venir fuori.

Con grande felicità tutti emersero dal buco della terra, come bambini partoriti dal ventre di una madre. Tutta l’umanità venne fuori da lì, i nostri antenati e tutti gli animali. Viaggiarono verso Est, verso Nord, verso Ovest e verso Sud fino a raggiungere gli oceani, e durante il viaggio ciascuno scelse il luogo dove vivere.

Da allora sappiamo che la Terra è la nostra Madre e il Cielo è il nostro Padre. Essi sono marito e moglie e si prendono cura di noi, loro figli. La terra provvede per noi offrendoci cibo e frutta e ogni genere di ricchezza proviene da essa.