I miti della distruzione
Mito babilonese – Il Diluvio
Gli occhi del vegliardo fissarono un punto lontano. Parve che tutti i giorni di tutti gli anni della sua vita sfilassero in processione dinanzi a lui. Poi, dopo una lunga pausa, sollevò il capo, e sorrise.
- Gilgamesh – disse lentamente – ti svelerò il segreto: un segreto grande e sacro che nessuno
conosce, eccettuati gli dèi e io stesso.
E gli narrò la storia del diluvio universale, che gli dèi avevano mandato sulla terra nei tempi antichi: e gli disse come Ea, il dolce signore della sapienza, gli avesse fatto pervenire il suo avvertimento con una folata di vento, che aveva fatto stormire le frasche della sua capanna.
Per ordine di Ea, Utnapishtim aveva fatto costruire un’arca, e aveva chiuso ogni apertura con pece e catrame, e su di essa aveva caricato la famiglia e gli animali e aveva navigato per sette giorni e sette notti, mentre le acque salivano, le tempeste infuriavano e i fulmini guizzavano nelle tenebre. E al settimo giorno l’arca aveva approdato su una montagna agli estremi limiti della terra, ed egli aveva aperto una finestra nell’arca, e ne aveva fatto uscire una colomba, per vedere se il livello delle acque fosse sceso. Ma la colomba era tornata perché non aveva potuto trovare un luogo ove posarsi. Poi aveva fatto uscire una rondine, e anche la rondine era tornata. Infine, aveva fatto uscire un corvo, e il corvo non aveva fatto ritorno. Allora aveva condotto fuori la propria famiglia e gli animali, e aveva offerto doni di ringraziamento agli dèi. Ma, d’improvviso, il dio dei Venti era sceso dal cielo, lo aveva ricondotto nell’arca e con lui sua moglie, e ancora una volta aveva spinto l’arca sulle acque, finché non aveva raggiunto un’isola sul lontano orizzonte, dove gli dèi lo avevano condotto perché vi abitasse in eterno.
Mito greco – Il Diluvio di Deucalione
Ritornato sull’Olimpo col cuore greve di disgusto (per la malvagità degli uomini), Zeus scatenò una grande alluvione sulla Terra che avrebbe dovuto distruggere il genere umano. Ma Deucalione, re di Ftia, avvertito da suo padre Prometeo il Titano, che si era recato a trovare nel Caucaso, costruì un’arca, la riempì di vettovaglie e vi salì con sua moglie Pirra, figlia di Epimeteo. Quando il vento del sud cominciò a soffiare, cadde la pioggia ed i fiumi si precipitarono con fragore verso il mare che, gonfiatosi con velocità sorprendente, spazzò via le città della costa e della pianura, finché tutto il mondo fu sommerso, salvo poche vette di monti, e tutte le creature mortali parvero perdute, salvo Deucalione e Pirra. L’arca navigò per nove giorni e infine, quando la furia delle acque si placò, andò a posarsi sul monte Parnaso o, come altri dicono, sul monte Etna o sul monte Athos, o sul monte Otri in Tessaglia. Si dice che Deucalione fu rassicurato da una colomba che aveva mandato ad esplorare in volo la regione lì attorno.
……….
Tuttavia, come si seppe poi, Deucalione e Pirra non furono gli unici sopravvissuti al diluvio, poiché Megaro, figlio di Zeus, fu strappato dal sonno dalle grida di certe gru che gli raccomandavano di riugiarsi sulla vetta del monte Gerania, che infatti non fu sommerso dalle acque. Un altro scampato fu Cerambo del Pelio che, trasformato in scarabeo dalle Ninfe, volò sulla vetta del Parnaso.
Mito africano – Ribellione e Diluvio
Ci fu un tempo in cui la terra e tutto quel che c’è sopra si ribellò all’uomo. Allora la terra e tutto quel che c’è sopra aveva la favella come gli uomini: soltanto le pietre non potevano parlare. La terra si rifiutava di produrre erba e frutti, sebbene piovesse molto. Le vacche si rifiutavano di dar latte, l’acqua non voleva lasciarsi bere, il legno non voleva lasciarsi tagliare, e neppure potevano gli uomini spander acqua ed emettere gli escrementi, perché la terra si rifiutava, e diceva: “Se lo fai, ti ammazzo”.
Allora uno degli uomini andò a parlare con Dio e gli raccontò della ribellione della terra: “Perché, disse, ci hai tu creati, se ora ci lasci perire? Perché ci hai dato occhi ed orecchi come hai tu? Perché ci hai fatto simili a te, se ora tutti ci sono contro e non ci obbediscono?”.
Iddio allora ordinò alla terra di ubbidire all’uomo e di produrre erba e frutta, e a tutte le altre cose che sono sulla terra impartì lo stesso comandamento, alle vacche, all’acqua e al legno. Ma nessuno ubbidì.
La Terra si mise a ridere, e disse: “Chi è Dio? Comandi pure. A noi non può comandare. Nessuno può camminare su di me, io non farò crescere l’erba”. Le vacche, l’acqua e il legno dissero altrettanto.
Allora Iddio si adirò, e mandò molta acqua e la terra scomparve sotto l’acqua, e anche le grandi rupi furono sommerse. Ma l’uomo che aveva parlato con Dio fabbricò una casa che stava sopra l’acqua e sotto il cielo, e così fu salvo. Ma fu il solo che si salvò.