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Una leggenda metropolitana

Vorrei segnalarvi un’altra probabile leggenda metropolitana, sentita da varie fonti in varie città. Tutti garantivano che la vittima in questione fosse loro concittadina.

Racconta di una signora che va in viaggio di nozze con il marito in Kenya. Torna e scopre di essere incinta. Gioia del marito e dei familiari. Strano imbarazzo della signora. La gravidanza va benissimo. Dopo 9 mesi la signora va in ospedale con le doglie. Il parto va bene. Il bimbo viene portato dal marito che… sviene. Il bambino, infatti, è nero.

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Perché calpestare cacca porta fortuna?

Un’altra ipotesi

Sarebbe legata alle esperienze di guerra sui campi minati. Li calpestare escrementi portava bene, perché sotto non si celavano mine. E “percorrere un sentiero di cacche” portava in salvo il “fortunato calpestatore”!

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Il primo cornuto?

Fu lo scultore Apelle – 2

Il ragazzo non si perse d’animo. “Vuoi che io non sia capace di fare un caprone migliore di quello che ha fatto quel vecchio?”, le disse. E ruppe la cintura. Quando, dopo parecchi mesi, fu annunciato ai due amanti l’imminente arrivo di Apelle, la cintura fu sostituita, il caprone ridisegnato. Appena arrivato, Apelle andò a controllare il caprone. E quando lo vide proruppe in un grido che avrebbe fatto storia: “Mi hai fatto le corna!”. Apelle aveva infatti disegnato il caprone senza corna. I due amanti non se ne erano accorti e l’avevano rifatto cornuto.

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Il primo cornuto?

Fu lo scultore Apelle

Il famoso pittore e scultore Apelle, prese, ormai vecchio, una giovane e bella moglie di cui era molto geloso. Chiamato in Macedonia a fare il ritratto di Filippo il Macedone, dovette lasciare la mogliettina per parecchi mesi. Per partire tranquillo la munì di una cintura di castità e, per maggiore sicurezza vi dipinse sopra la testa di un caprone. Chi attentava alla castità della moglie avrebbe magari potuto procurarsi una copia della cintura di castità – pensò – ma non avrebbe saputo dipingere il caprone così bene come lui.

Appena se ne fu andato il suo migliore allievo, che già trescava con la signora, andò da lei, che, afflitta gli mostrò la cintura col caprone.

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Sempre a proposito di eredità

FRATRICIDIO LEGALIZZATO – 3

Maometto II (1451-81), per risolvere il problema promulgò la “legge del fratricidio”, in base alla quale il neo-sultano aveva il diritto di uccidere i propri rivali al trono, compresi i fratelli; anche Solimano il Magnifico uccise i suoi fratelli, ma il primato è di Maometto III: nel 1595 eliminò in un solo giorno, tutti i suoi 19 fratelli.

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Sempre a proposito di eredità

FRATRICIDIO LEGALIZZATO – 2

Nell’impero ottomano del XV-XVI secolo era il primogenito del sultano a succedere al padre defunto. Ma in una società che permetteva vari matrimoni e numerose concubine gli eredi maschi erano numerosissimi e alla morte del sovrano richiedevano spesso con la forza la loro parte di eredità, causando guerre interne e smembramenti dell’impero.

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Sempre a proposito di eredità

FRATRICIDIO LEGALIZZATO

L’eredità (in questo caso di un titolo) fin dall’antichità è stata causa di guerre e divisioni interne. Eccone un esempio:

la mancata scelta di un erede da parte di Alessandro Magno provocò alla sua morte nel 323 a. C., la dissoluzione del suo monumentale impero nel giro di 17 anni, per le lotte tra i generali, i cosiddetti diadochi.

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Si ereditano anche i debiti? – 2

Per evitare che l’acquisto di un’eredità si trasformi in un rischio per i propri beni personali, la legge permette di accettare l’eredità “con beneficio d’inventario”.

In questo caso i patrimoni restano distinti e l’erede risponde dei debiti del defunto solo fino al limite delle cose ereditate.

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Si ereditano anche i debiti?

L’erede subentra allo scomparso in tutti i suoi rapporti trasmissibili: se, per esempio, il defunto è parte di una lite civile, all’erede spetta succedergli nella causa. Anzi, con l’acquisizione dell’eredità il patrimonio del defunto e quello dell’erede si confondono, al punto che i creditori del primo possono soddisfarsi anche con i beni dell’erede.

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Si può diseredare qualcuno? – 3

Chi con dolo o violenza ha costretto a modificare il testamento o ha alterato il testamento o usato testamenti falsi. Ma, in ogni caso nel testamento è concesso riabilitare l’indegno permettendogli di entrare nella successione.

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Si può diseredare qualcuno? – 2

Così non può ereditare chi ha ucciso o attentato alla vita della persona della cui successione si tratta, o del suo coniuge o discendente o ascendente; chi ha denunciato o testimoniato il falso contro queste persone per reati punibili con l’ergastolo o con la reclusione superiore a tre anni.

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Si può diseredare qualcuno?

Il fatto che i familiari più stretti siano garantiti dalla legge impedisce di fatto la possibilità di diseredarli.

Tuttavia esistono casi in cui motivi di particolare gravità rendono socialmente ripugnante che una persona succeda ad un’altra.

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E se chi muore non ha fatto testamento?

Non è un evento raro. Una indagine di qualche anno fa rilevava che in Italia solo una ridotta percentuale degli intervistati aveva disposto per dopo la propria morte e, che paradossalmente, il numero dei testatori diminuiva con l’aumentare dell’età.

In questo caso la legge interviene a designare automaticamente gli eredi: prima il coniuge, poi i figli, poi gli ascendenti, i collaterali (fratelli e cugini) e i parenti fino al sesto grado. Diverse sono naturalmente le disposizioni e le quote assegnate a ciascun erede.

Nel caso in cui non esistano parenti l’eredità viene devoluta allo Stato.

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Chi può ricevere il testamento?

In casi straordinari come guerre, epidemie, calamità, navigazione marittima o aerea, si può ricorrere a forme speciali di testamento nelle quali il ruolo del notaio o del pubblico ufficiale può essere assolto da ministri di culto, comandanti di nave o aeremobile, ufficiali delle forze armate o della croce rossa e cappellani militari. Questi testamenti perdono efficacia dopo tre mesi dal ritorno alla normalità.

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Come si fa testamento

Le ultime volontà devono essere scritte: o di proprio pugno (testamento olografo) oppure con l’ausilio di un notaio o di un pubblico ufficiale. Il testamento olografo deve essere completamente autografo, datato e sottoscritto. In presenza del notaio e di testimoni è invece possibile fare un testamento pubblico o segreto. Nel primo caso le volontà del testatore sono riportate nell’atto del notaio, nel secondo sono in una scheda segreta sigillata che viene allegata all’atto di ricezione del notaio che ne stabilisce la data e l’autenticità.

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La formula di Salomone: come dividere un’eredità senza litigare

Spartizione tra quattro fratelli

Aldo fa le parti, Bruna può intervenire e ridurre due delle quattro parti. Anche Chiara può ridurre, ma solo una parte. Dino (il quarto fratello) sceglie per primo. Poi tocca a Chiara che deve prendere la parte che ha ridotto (se è ancora disponibile). Bruna deve prendere poi una parte che ha ridotto. Ad Aldo spetta quella che rimane. Se ci sono resti si ripete la procedura.

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La formula di Salomone: come dividere un’eredità senza litigare

Spartizione tra tre eredi

Aldo fa le parti, Bruna può accettare la divisione fatta da Aldo ma può anche correggerla; se una parte le sembra più grande, può togliere quanto basta per renderla uguale alle altre. La fetta tolta è accantonata. Il terzo fratello, Chiara, è la prima a scegliere e quindi non può lamentarsi. La seconda scelta spetta a Bruna che però deve scegliere (se non l’ha presa Chiara) la parte che lei stessa ha eventualmente ridotto. La fetta accantonata è di nuovo suddivisa in tre parti uguali, ma questa volta a cura di Bruna, che sarà l’ultima a scegliere.

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La formula di Salomone: come dividere un’eredità senza litigare

Spartizione tra due eredi

Se due fratelli, Aldo e Bruna, devono dividersi un’eredità, ad Aldo è affidato il compito di spartirla nel modo più equo, Bruna deve poi scegliere tra le due parti. Nessuno può recriminare. Aldo perché è lui che ha fatto le parti, Bruna perché ha scelto per prima.

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Il Testamento può essere discusso? – 2

Agli ascendenti spetta un terzo del patrimonio se chi muore non ha né figli né coniuge, un quarto nel caso di esistenza del coniuge, che conserva il suo diritto alla metà. A conti fatti solo un terzo (o un quarto) del patrimonio può essere devoluto dopo la morte (o donato in vita) come si vuole (è la cosiddetta “quota disponibile”).

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Il Testamento può essere discusso?

La fonte primaria per individuare gli eredi di una persona è la volontà del defunto. In linea di principio non esistono limiti e qualsiasi disposizione di un testamento è da ritenersi valida. “Tuttavia ci sono categorie di persone, il coniuge, i figli e gli ascendenti, cioè nonni e genitori, cui la legge riserva una quota garantita di eredità”. Ai figli, se non esiste il coniuge, spettano almeno  due terzi del patrimonio (metà se il figlio è uno solo); al coniuge spetta la metà (un terzo se c’è un figlio, un quartoi se i figli sono di più); al figlio unico, in caso di esistenza del coniuge, spetta almeno un terzo; se i figli sono più di uno hanno riservata la metà del patrimonio.

Continua domani