Note alla Poesia
Soffermati: dopo aver varcato il Ticino, che segnava una barriera non solo fisica tra piemontesi e lombardi, è naturale che i nuovi Italiani si soffermino un attimo a ripensare all’impresa compiuta, per ricontrollarne la validità morale, per misurare quasi la grandezza di essa e il successivo impegno per l’avvenire.
arida sponda: i patrioti si sono inoltrati fino alla parte non più bagnata dalle acque.
tutti assorti: non la gloria o la gioia dell’impresa compiuta, ma la chiara coscienza di un dovere che resta ancora da condurre a termine e la visione delle difficoltà ancora da affrontare, determinano questo atteggiamento.
antica virtù: la virtù dei padri.
Un giuramento semplice, lineare, ovvio, che è espresso in forma epigrafa.
Il giuramento non è rimasto isolato, perché altri spiriti forti rispondevano a quel giuramento (giuro).
da fraterne contrade: da regioni abitate da altri che si sentivano ugualmente italiani e che la politica aveva divisi con confini non segnati dalla natura; non si tratta solo della Lombardia, ma anche di altre regioni; è, insomma, tutta l’Italia, almeno nella immaginazione del poeta, che si sveglia e che in un primo tempo si prepara in tutta segretezza (affilando nell’ombra le spade), fin quando viene il grande momento della lotta aperta, condotta con chiara visione dei fini da raggiungere.
levate: sguainate.
scintillano al sol: in contrasto con la preparazione condotta tutta in segreto e nella paura.
Il giuramento vien pronunciato secondo la formula tradizionale: darsi la destra, ripetere la formula resa sacra dalla volontà di sacrificio che chiama Dio a testimonio; chiarezza di finalità, senza soluzioni intermedie o di compromesso; o liberi o morti in comunità d’intenti, di azioni e di sorte.
Chi potrà… dolor: colui che potrà dividere e distinguere (scerner) le acque della duplice Dora (Dora Baltea e Dora Riparia), della Bormida che affluisce nel Tanaro, del Ticino e dell’Orba che scorre in mezzo alle selve (selvosa), dopo che queste acque si sono versate nel Po; colui che riuscirà a togliere al Po (stornargli) le acque (correnti) del Mella (rapido per la forza delle acque e per il forte declivio della sua valle) e dell’Oglio (le acque del Mella e dell’Oglio sono dette miste perché si uniscono prima di affluire nel Po); colui che potrà ritogliergli le acque che l’Adda, dopo averle ricevute da mille torrenti, ha versato nel suo letto, ebbene, costui riuscirà a spezzare e a dividere ancora (scindere) e a ridurre ancora una volta in tanti volghi degni di disprezzo, il popolo italiano risorto, ricacciandolo indietro contro la volontà dei fati e contro l’evoluzione portata dal seguito degli anni e dei secoli, riducendolo all’antico avvilimento e riportandolo ai dolori antichi (prischi).
una gente… mare: un popolo che o sarà libero tutto dalle Alpi fino al mare o sarà tutto per sempre schiavo.
In forma epigrafica vien data dal Manzoni la definizione di nazione, una definizione valida ancora oggi e che i nostri padri sentirono come dogma preciso quando dalla prima guerra d’indipendenza del 1848 fino al primo conflitto del 1915 combatterono e morirono per ridare all’Italia una realtà politica e geografica, ma soprattutto spirituale secondo la definizione manzoniana: l’unità di un popolo risulta dal concorrere della comunanza di lingua, di religione, di tradizioni, di origini, di ideali, delle quali cose l’unità delle armi è solo la conseguenza più appariscente e, nei momenti del comune pericolo, più efficace.
Viene ora descritto lo stato di avvilimento degli Italiani prima della loro resurrezione a dignità di nazione; in particolare lo sguardo si volge ad osservare lo stato dei lombardi, che ora sono insorti a rivendicare la libertà e l’unità della patria. Per l’esatta comprensione dei versi, ordina: “Il lombardo doveva stare nella sua terra con quel volto sfiduciato e avvilito, con quello sguardo volto a terra ed incerto con il quale sta un mendicante sopportato per pietà in terra straniera.
voglia: capriccio, arbitrio.
legge: precetto da osservare.
Il suo destino veniva stabilito dagli altri, senza che lui, che ne era la vittima, potesse intervenire nella decisione.
servire e tacer: ogni residuo di dignità sembrava per sempre distrutto e si concretava appunto nel servire ciecamente e bestialmente.
retaggio: eredità, diritto naturale, tradizione.
strappate le tende: affrettatevi ad andar via.
Sembrò, in effetti, che i moti del ’21 stessero per determinare uno sconvolgimento definitivo, da cui dovesse nascere l’italica libertà; il poeta precorre gli eventi, che, invece, ebbero sviluppo ed esito ben diversi e contrari alle aspirazioni dei patrioti.
barbari: in questo caso barbari perché opprimono un popolo, e non perché discendenti dagli Ostrogoti.
O stranieri! … ragion: gli Austriaci nel 1814, crollato il dominio napoleonico, avevano solennemente promesso, per bocca dell’arciduca Giovanni e di altri, che avrebbero ridato agli Italiani l’indipendenza loro tolta dai Francesi: ma poi, non solo non avevano tenuto fede all’impegno, ma avevano addirittura impedito con feroce repressione ogni anelito degli Italiani alla libertà. Il Manzoni accomuna in questa strofa Austriaci e Tedeschi, sia perché erano della stessa stirpe, sia perché i secondi approvavano e appoggiavano la politica dei primi; questi stranieri, dice il poeta, si erano obbrobriosamente macchiati di tradimento, intraprendendo una iniqua tenzone con gli Italiani (e qui il poeta allude agli Austriaci); questi stranieri, nei giorni in cui avevano subito il dominio napoleonico (in quei giorni) avevano invocato altamente (a stormo) l’aiuto di Dio per scacciare i Francesi oppressori (la forza straniera), proclamando la libertà di ogni gente e condannando l’iniqua ragione della spada (e qui si tratta dei Tedeschi che avevano preso le armi contro Napoleone, sconfiggendolo a Lipsia). Ricordate che l’ode è dedicata ad un eroe di quella lotta, a Teodoro Koerner, caduto a Lipsia.
preme: copre.
vostri oppressori: i Francesi di Napoleone, uccisi a Lipsia.
estranei signori: dominatori stranieri.
tanto amara… quei dì: fu per voi tanto amara, intollerabile nel tempo in cui foste oppressi.
chi v’ha detto… genti: perché dovete ritenere che la triste condizione (lutto) degli Italiani debba rimanere sempre tale (sterile, eterno)?
Il tono persuasivo che, sin dalla strofa precedente, ha fatto un po’ calare l’impeto dell’ode, prende qui una più evidente significazione. L’argomentazione è semplice, ma anche chiaramente minacciosa: quel Dio che udì i lamenti degli stranieri quando questi erano oppressi e che consentì loro di premere il corpo del loro oppressori, non potrà essere sordo ai lamenti degli Italiani, oggi oppressi da coloro che fino a ieri invocavano il suo aiuto.
Due esempi della giustizia divina, che non potrà mai venir meno; Dio sommerse (chiuse) nelle acque del Mar Rosso (nell’onda vermiglia) il malvagio (il rio) Faraone che col suo esercito inseguiva il popolo d’Israele in fuga per sottrarsi alla schiavitù d’Egitto; Dio pose il martello (maglio) nel pugno del virile (maschia) ebrea Giale e guidò il suo colpo, quando uccise nel sonno, conficcandogli un chiodo in testa, il nemico della sua gente. Sisara, capitano del tiranno Jabin, dopo averlo attirato nella sua tenda. In quest’ultimo esempio il Manzoni vede la volontà di Dio, che arma la mano del debole perché non soggiaccia al volere del prepotente.
l’ugne: le unghie.
dovunque… servaggio: dovunque è arrivato il dolente grido della tua lunga schiavitù.
dove ancor… non è: dove non è ancora abbandonata (deserta) ogni speranza nella dignità umana (lignaggio = stirpe).
dove ancor… matura: dove in segreto i popoli oppressi si preparano a conquistare la libertà.
ha lacrime: è compianta.
Troppe volte l’Italia ha confidato nell’aiuto straniero per porre fine alle sue condizioni di schiavitù: per questo con ansiosa attesa ha sperato di vedere (spiasti) apparire un amico stendardo dalle Alpi o ha teso lo sguardo sull’Adriatico e sul Tirreno (duplice mar) dove però non s’è vista alcuna nave amica (e per questi deserti).
Son finiti, dice il poeta, quei tempi tristi: ora all’Italia daranno aiuto i suoi stessi figli, impetuosamente insorti dal suo seno stesso (dal tuo seno sboccati), stretti intorno al santo tricolore, i quali nel dolore troppo a lungo patito hanno trovato la forza d’animo necessaria e la ferma decisione a combattere.
Oggi, o forti, lampeggi (baleni) sui volti l’ardore (furor) tanto a lungo covato nel segreto degli animi (menti segrete): si combatte per l’Italia, dunque dovete vincere! Il destino d’Italia, è affidato alle vostre spade (brandi). O la vedremo risorta per merito vostro, seduta al consesso (convito) dei popoli, con dignità pari a quella delle altre nazioni, o, vinta, resterà sotto l’orribile bastone dell’oppressore (l’orrida verga), più serva, più avvilita, più disprezzata di prima.
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