Mito dei Pellirosse – Le Pleiadi
Le Pleiadi erano cinque fanciulle e una pulce. Le fanciulle cantavano e sonavano tutta la notte nel cielo. La pulce andava sempre con loro. Ad esse non piacevano gli altri che venivano da loro; piaceva solo la pulce.
Quando venivano altri, esse scappavano; ma la pulce andava con loro. E presero per marito la pulce. La pulce le sposò tutt’e cinque. La pulce si mutò poi nell’animaletto di quel nome, e d’estate s’ammalò dal prurito.
Alle ragazze non piacque più. Dissero: “Fuggiamo. Dove andremo?”, dissero. “Appena la pulce si sarà addormentata”. La pulce s’addormentò e le cinque ragazze si lavarono e se ne andarono.
Erano già lontane quando la pulce si destò e pensò: “Dove sono le mie mogli?”. S’accorse ch’eran fuggite. Pensò: “Da che parte debbo andare?”. Andò verso oriente. Alla fine le scorse, poco prima di giungere al mare. Disse: “Vi piglierò”. Quelle dissero: “Sta venendo. Fuggiamo più lontano!”. E via di nuovo di corsa.
Una chiese: “Vedete ancora la pulce?”. Disse un’altra: “Si, è vicina”. Allora dissero: “Andiamocene su per aria. Così non potrà venire con noi”. E salirono in aria. Ma anche la pulce si alzò a volo.
Ecco perché ci sono ora nelle Pleiadi cinque stelle vicine e una in disparte. Quest’ultima è la pulce.
Mito degli Yokuts, popolazione indiana che vive nella California centromeridionale.
Mito dell’antica Cina – La tessitrice celeste
E’ un mito stellare; è il solo indizio che abbiamo di un culto rurale degli astri, insieme al fatto che, forse, il Cielo luminoso e l’Aurora erano già per i contadini le divinità del giuramento.
Ma l’elaborazione di un calendario da parte di gente il cui pensiero profondo era che niente di ciò che è umano può essere senza che vi sia una ripercussione in tutta la natura, si poté avere solo attribuendo alle costellazioni e alle meteore tutte le usanze degli uomini: così era per l’arcobaleno, nozze risplendenti della natura.
Da una trasposizione del medesimo ordine è nata la leggenda della Tessitrice. Emblema delle giovani contadine del tempo passato, la Tessitrice è una costellazione che conduce durante tutto l’anno una solitaria vita di lavoro; non lontano da lei il Boote si dedica al lavoro dei campi celesti: bisogna proprio che ovunque i sessi restino separati e si dividano i compiti. Tra loro scorre una frontiera sacra, un fiume che è la Via Lattea.
Una volta all’anno, il lavoro cessa e le costellazioni si congiungono: allora per recarsi a celebrare le sue nozze annuali, la Vergine Celeste passa a guado il fiume santo del Cielo.
Come sulla terra, gli uccelli partecipano alle feste nuziali; le gazze fanno da scorta alla pompa dello sposalizio: se le loro teste sono guarnite di piume, è perché, radunandosi al di sopra delle acque profonde, hanno fatto un ponte per il passaggio del corteo.
Per la sua fedeltà alle vecchie usanze, la Tessitrice ha meritato di divenire e di restare la patrona del lavoro femminile e della vita coniugale: la notte delle Nozze Celesti, le donne cinesi, per favorire la gravidanza, fanno galleggiare sull’acqua delle figurine di bambini e, per divenire abili, infilano aghi al chiarore che scende dalla Costellazione Santa.
L’ha ribloggato su Napoli ieri oggi e domani.
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