Il Gatto selvatico
Il territorio di diffusione dei Gatti selvatici comprende anche alcune zone desertiche, molto estese e geologicamente antiche, ove si sono sviluppate delle forme particolari, adattate a questi caratteristici ambienti. Nella vasta zona che si estende dal Sahara fino ai deserti della penisola arabica, e nel territorio compreso tra il Mar Caspio e il Pakistan orientale, ad esempio, vivono le diverse sottospecie del Gatto delle Sabbie (Felis margarita; LTT 40-57 cm, LC 25-35 cm) dotate di un capo assai largo con occhi rivolti in avanti. Le orecchie bene sviluppate, larghe e appuntite, insieme alla grande bolla timpanica, indicano che si tratta di animali dotati di un udito finissimo, e questa è una caratteristica molto importante per delle forme deserticole. Essendo strettamente imparentati con i Gatti selvatici, i Gatti delle sabbie presentano nei confronti di questi delle notevoli affinità sia nella struttura anatomica sia nella colorazione e nel disegno del mantello: come i Gatti selvatici che vivono nei territori aridi hanno infatti il pelo color sabbia e grigio-giallo chiaro, mentre con quelli di altre sottospecie hanno in comune un pallido disegno a strisce trasversali e la punta della coda nera. Tra i cuscinetti digitali e plantari vi sono dei lunghi e folti peli, che formano uno strato protettivo particolarmente utile per animali costretti a spostarsi sulla sabbia e sui sassi riscaldati dal sole. I Gatti delle sabbie che vivono nel Sahara e nella penisola arabica (Felis margarita margarita) presentano una netta striatura trasversale sul dorso, e 3 o 4 anelli scuri sulla coda, e si differenziano quindi da quelli diffusi nel Turkestan (Felis margarita thinobia), che hanno un disegno visibile soltanto nei primi giorni dopo la nascita, e che allo stato adulto possono mancare addirittura delle strisce sul muso e sulla nuca. Questi ultimi sono animali notturni che trascorrono il giorno in tane scavate tra le radici, le rocce oppure nella sabbia, e che durante la notte vanno a caccia di piccoli roditori, lucertole e insetti.
I piccoli nascono nella prima metà di aprile. Le abitudini dei Gatti delle sabbie diffusi in Arabia, nel Sahara e nel Pakistan sono ignote.
Nell’estrema parte orientale del territorio di diffusione dei Gatti selvatici si trova un’altra specie abbastanza simile, Il Gatto del Deserto della Cina (Felis bieti; LTT 70-85 cm, LC 30-35 cm;). Esso ricorda soprattutto i Gatti selvatici del gruppo silvestris, dai quali si differenzia solo per le maggiori dimensioni e per la mancanza di una netta linea di separazione tra il colore del dorso e quello dell’addome; presenta una tinta giallo-grigia con sfumature rossicce sul dorso, biancastra o grigio-biancastra sull’addome, mentre sui fianchi vi sono delle pallide strisce trasversali e nella parte inferiore delle zampe e sulla coda degli anelli scuri. I Gatti del deserto della Cina hanno un cranio abbastanza più largo di quello dei Gatti selvatici del gruppo silvestris, con grosse capsule otiche; soprattutto nella livrea invernale posseggono dei lunghissimi peli tattili rossicci, che sporgono dal mantello. Vivono nei territori ricchi di cespugli e nei boschi radi, ma hanno ugualmente la superficie plantare rivestita di pelo, anche se meno folto rispetto a quello dei Gatti delle sabbie.
Sempre imparentato ai Gatti selvatici, come dimostrano la forma appuntita delle orecchie, la tinta nera della punta della coda, il disegno del mantello e le pupille simili a fessure, è infine il Gatto dai Piedi Neri (Felis nigripes; LTT 35-40 cm, LC 15-17 cm), il più piccolo della famiglia. E’ un tipico abitante delle zone desertiche del Sudafrica (è diffuso tra l’altro nel Karroo e nel Calahari), e a ciò sono imputabili la larghezza del suo cranio, le notevoli dimensioni della capsula otica e il rivestimento peloso delle superficie plantari. Ha il mantello di color ocra o sabbia, con un disegno maculato nerastro simile a quello dei Gatti selvatici delle steppe, ma più scuro e formato da macchie più ampie; ha inoltre la superficie plantare nera e la parte inferiore delle zampe ornata da larghi anelli neri. Per taluni abitudini esso ricorda più il Gatto leopardo che non i Gatti selvatici: ha infatti l’abitudine, ad esempio, di raspare con forza il terreno alternativamente con le due zampe anteriori, e non con una sola zampe e per breve tempo, come fanno i Gatti Domestici e i Gatti fulvi (gruppo ocreata); con ogni probabilità, allo stato libero ricorre a tale tecnica per dissotterrare prede di piccole dimensioni, e cioè roditori, lucertole e insetti, che cercano riparo dall’afa diurna o dalla rigida temperatura delle notti desertiche nascondendosi nella sabbia. Anche per quanto concerne il modo di orinare e di evacuare è più simile ai Gatti Leopardo che non ai Gatti selvatici; continua.