In seguito a un viaggio d’affari del padre a Parigi Boccaccio può dare libero sfogo alla sua passione per le lettere. Alla scuola di Cino da Pistoia e di giuristi napoletani non schiavi del tecnicismo professionale, quali Pietro Piccolo da Monteforte Irpino, Giovanni Barrili Barbato da Sulmona, Niccolò d’Alife, il giovane riesce a creare un ponte con i maestri della tradizione letteraria toscana: Dante, gli stilnovisti, i primi classicisti, Petrarca. Né è poi da trascurare la presenza di Niccolò Acciaiuoli, che da nobile mercante diventerà affermato politico e di cui parlerà Boccaccio, nel 1363, nell’epistola dodicesima a Francesco Nelli, rievocando la dilettevole stagione napoletana: “Se tu noi sai, io sono vivuto dalla mia puerizia infino in intera età nutricato a Napoli ed intra nobili giovani meco in età convenienti, i quali quantunque nobili, d’entrare in casa mia né di me visitare si vergognavano. Vedevano me con consuetudine d’uomo e non di bestia, ed assai dilicatamente vivere, si come noi fiorentini viviamo; vedevano ancora la casa e la masserizia mia, secondo la misura della possibilità mia, splendida assai”.
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Ciao Cosimo. Me parece una historia fascinante, gracias por compartir.
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Ciao Elvira, Il Boccaccio è uno dei padri della cultura Italiana vissuto nel 1400 il suo capolavor è il “Decameron” un opera a luci rosse abbastanza insolita per l’epoca in cui è vissuto, attualmente si usa il termine boccaccesco per indicare qualcosa sia scritto che filmato hot.
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Ciao Cosimo. Que interesante historia. Siempre se aprende algo.
Gracias.
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