Atlante della Fauna selvatica italiana – Uccelli

Aquila di mare coda bianca – Haliaeetus albicilla Linnaeus, 1758
Atlante della Fauna selvatica italiana – Uccelli

Classificazione sistematica e distribuzione

Classe: Uccelli
Ordine: Accipitriformi
Famiglia: Accipitridi
Genere: Haliaeetus
Specie: H. albicilla Linnaeus, 1758

La specie è diffusa in Europa settentrionale, soprattutto in Norvegia e Russia, ove è presente oltre le metà dell’intera popolazione europea, ma anche in Groenlandia, Danimarca, Svezia, Polonia e Germania. Piccole popolazioni sono segnalate anche in Islanda, Gran Bretagna, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Bulgaria, Romania, Ungheria, Moldavia e Grecia; il suo areale si estende in Asia, attraverso la Turchia e il Medio Oriente sino alla Mongolia, la Cina e il Giappone. Presente anche in Italia.

Aquila di mare – Haliaeetus albicilla (foto www.wildlifeinfocus.com)
Aquila di mare – Haliaeetus albicilla (foto www.sevcikphoto.com)
Aquila di mare – Haliaeetus albicilla (foto www.avibirds.com)

Caratteri distintivi

Lunghezza: 76-92 cm
Apertura alare: 190-240 cm

Il maschio e la femmina sono indistinguibili in natura. Il piumaggio è quasi completamente marron con screziature abbondanti e diffuse marron chiaro (soprattutto su collo e capo) ad eccezione della corta coda che è completamente bianca. Il becco massiccio, le zampe e l’iride dell’occhio sono gialle. I giovani sono marron scuro con la differenza (rispetto gli adulti) di avere il becco giallo alla base e nero nella restante parte e la coda marron con screziature chiare. La parte interna delle ali superiormente è screziata di chiaro e anche inferiormente presenta delle copritrici più chiare. Gli individui al secondo inverno hanno screziature biancastre sulla parte centrale superiore delle ali e sul dorso.

Biologia

Si ciba di pesci, di carogne di vari animali, nonché di mammiferi. Vola bassa sulle acque per catturare il pesce in superficie, talora si tuffa parzialmente. Il nido è costituito da una grande struttura di rametti con una depressione al centro ed è posto su una scogliera, su una cengia rocciosa o su un albero. In genere vengono deposte 1 o 2 uova.

Animali

Asino – Equus asinus domesticus
Specie Equine

Asino di Bourbonnais
Razze Asini

Origini e attitudini

Razza originaria della Francia (Bourbonnais).

Caratteri morfologici

Mantello baio o baio scuro, con croce di mulo.
Altezza media:
– maschio: cm 125
– femmina: cm 120

Sito Associazione di razza: http://ane.bourbonnais.free.fr/

Asino Bourbonnais

Animali – Cavallo

Persano – Cavallo Salernitano
Atlante delle razze di Cavalli – Razze italiane

Origini e attitudini

Oltre al Salernitano vero e proprio, nella piana tra il Sele e il Calore (Salerno – Campania) era allevata la rinomata “razza governativa di Persano”.
Fondata nel 1762 da Carlo III di Borbone e formata da fattrici prevalentemente orientali e stalloni arabi andalusi. Nel 1874 il governo soppresse la razza e tutti i soggetti furono venduti alla asta pubblica. Nel 1900 venne ricostituita con fattrici di conformazione omogenea e di provata attitudine al servizio da sella, scelte tra i diversi reggimenti di cavalleria, e con due stalloni, Jubilée (purosangue inglese da Melton) e Giacobello (mezzosangue arabo da stallone Siriano). In seguito alla soppressione del Centro di rifornimento quadrupedi i Persano (1954) la razza si è ridotta a una cinquantina di fattrici, trasferite al Posto raccolta quadrupedi di Grosseto, dipendente dal Ministero della difesa.
Attitudine: sella, completo, dressage e alta scuola. Nevrili ed eleganti i Persano sono impiegati oltre che per gli sport equestri anche per l’ippoturismo.
Temperamento: docile e coraggioso.
Registro Anagrafico delle popolazioni Equine riconducibili a gruppi etnici locali (D.M. 24347 del 5/11/2003).

Standard di Razza – Cavallo Persano

1) AREA DI ORIGINE: La razza odierna deriva da un nucleo di 78 fattrici scelte presso i reggimenti di cavalleria ed inviate a Persano nel 1901 nel quadro di un tentativo di ricostruzione su basi morfologiche dell’antica razza allevata in nell’ allevamento reale chiuso nel 1874. 37 di dette cavalle furono coperte da un PSI (Jubilee da Malton e Jalonse) e le rimanenti 41 da un mezzosangue orientale (Giacobello da Lucati e Facciabella). Nel 1917 e nel 1918 furono ulteriormente immesse in razza rispettivamente 10 ed 8 fattrici (Regione Campania).

2) ATTITUDINE: sella, completo, dressage e alta scuola.

3) CARATTERI TIPICI:
a) mantello: baio, sauro, grigio, morello;
b) conformazione:
– testa: ben proporzionata, fronte larga, occhi grandi e vivaci, profilo diritto con leggera concavità seguita da convessità sull’asse nasale, mascella rotonda, orecchie corte distanziate;
– collo: muscoloso, lungo a tronco di cono, leggermente arcato, attaccato in profondità ed in alto, criniera folta e lunga;
– spalla: ben inclinata e lunga;
– garrese: pronunciato;
– linea dorso-lombare: dritta, di media lunghezza;
– groppa: corta, muscolosa, inclinata, sempre più bassa del garrese, coda folta e di notevole lunghezza attaccata medio-alta;
– petto: ampio;
– torace: profondo;
– arti: robusti, ma fini, tendini resistenti;
– articolazioni: larghe e ben proporzionate;
– andature: elastiche ed armoniche;
– appiombi: perfetti.
c) temperamento: docile e coraggioso.

4) DATI BIOMETRICI (espressi in cm):

Altezza minima garrese:
– Maschi: 150
– Femmine: 150

5) DIFETTI CHE COMPORTANO L’ESCLUSIONE DAL REGISTRO ANAGRAFICO:
– Mantello: roano, pezzati o maculati;
– Altezza al garrese: inferiore a 150 cm.

Associazione Regionale Allevatori della Campania A.R.A.C.
Corso Meridionale, 18 – 80143 Napoli – Tel. 081 202970

Cavallo Persano (foto www.agraria.org)

Animali

Asino – Equus asinus domesticus
Specie Equine

Asino Andaluso
Razze Asini

Origini e attitudini

Razza originaria del sud della Spagna (Andalusia). Razza robusta e resistente, con carattere docile.
Deriva dall’asino egiziano probabilmente introdotto dai Camitas o dagli Iberici nella penisola iberica. Destinato principalmente alle attività di trasporto su strade sconnesse e produzione di muli, con la meccanizzazione delle campagna, il suo numero ha subito una drastica riduzione; sono rimastipochi allevatori nella campagna di Siviglia e Cordoba e un nucleo riproduttivo nella scuderia militare di Écija.

Caratteri morfologici

Mantello grigio con macchie più scure.
Peli corti e fini ben sistemati e morbidi al tatto, più spessi e più ruvidi in inverno. Pelle sottile e tesa di colore scuro.
Taglia grande.

Altezza media:
– Maschio: 145 cm
– Femmina: 135 cm

Asino Andaluso (foto Alessio Zanon)
Asino Andaluso (foto http://onoterapia.wordpress.com)

Animali

Cavallo

Norico o Noriker
Atlante delle razze di Cavalli – Razze italiane

Origini e attitudini

Il Norico (Noriker) è un cavallo da tiro pesante originario delle valli alpine, tra l’Austria e l’Italia.
Studi recenti fanno risalire le origini del cavallo norico al cavallo dei Romani ma a quello dei Celti alpini Nel Rinascimento la razza sarebbe stata migliorata con apporti di sangue Napolitano ed Andaluso.
Il Norico è nato nel territorio alpino, dove ancora oggi registra la sua maggiore diffusione; la prima stazione di monta fu istituita vicino a Salisburgo.  In Alto Adige, il Norico viene allevato soprattutto in Val Pusteria e nelle valli Ladine.
Dopo il calo preoccupante che la popolazione Norica ha dovuto registrare negli anni settanta in seguito alla crescente meccanizzazione nell’agricoltura e nella silvicoltura, negli ultimi anni, la razza ha vissuto un notevole sviluppo. Il carattere e l’affidabilità del Norico sono particolarmente apprezzati nelle Province di Trento, Belluno, Verona e Rovigo.
Razza di montagna, resistente alle malattie, robusto, fertile e longevo.
In Austria ne viene allevata una varietà più leggera denominata Pinzgauer.
Attitudini: tiro pesante lento, lavori agricoli.
Andature: passo attivo e ampio, trotto non accentuato, con una forte spinta dal treno posteriore, galoppo ampio ed elastico.

Caratteri morfologici

Tipo: brachimorfo.
Mantello: sauro, sauro chiaro, sauro scuro, baio, baio chiaro, baio scuro, morello, maculato
Altezza media al garrese: 152-165 cm.
Peso: 700 – 900 kg.
Torace ampio e profondo e arti muscolosi con articolazioni larghe e solide.
Carattere: buona disposizione all’attività, docile, tranquillo con sufficiente nevrilità.

Cavallo Norico o Noriker (foto Fausto Del Pin e Giorgia Ietri)
Cavallo Norico (foto www.haflinger.eu)
Cavallo Norico (foto www.haflinger.eu)

Atlante della Fauna selvatica italiana – Uccelli

Allodola – Alauda arvensis
Atlante della Fauna selvatica italiana – Uccelli

Classificazione sistematica e distribuzione

Classe: Uccelli
Ordine: Passeriformi
Famiglia: Alaudidi
Genere: Alauda
Specie: arvensis

La specie è presente come nidificante in tutta Europa, Africa nord-occidentale e Asia. In Italia è stazionaria, svernante al sud e di doppio passo (ottobre-novembre e marzo-aprile). Le zone tipiche dello svernamento sono il bacino del mediterraneo e l’Africa settentrionale.

Allodola (foto www.ivnvechtplassen.org)
Allodola (foto Daniel Pettersson)

Caratteri distintivi

Dimensioni piccole (35-44 gr.). Il piumaggio in entrambi i sessi è bruno scuro con striature nere nella parte superiore, ventre e sottocoda bianchi con sfumature gialle, timoniere esterne bianche e inoltre presenta il caratteristico ciuffo nucale che spesso è sollevato. Altra caratteristica tipica di uccelli terragnoli è l’unghia dell’alluce molto allungata che viene usata anche nei combattimenti per la difesa del territorio di nidificazione.

Biologia

E’ una specie molto gregaria, tranne nel periodo riproduttivo che inizia in aprile; Predilige le grandi estensioni cerealicole alternate a prati falciabili e a pascoli. Il maschio compone una vera e propria parata nuziale volando sopra il territorio della cova dove è già pervenuta la femmina; Questo vola fino ai 150 m di altitudine con voli a spirale per poi discendere in ampi cerchi. Il nido è costruito a terra e vi vengono deposte 5-6 uova, bianco grigiastre che vengono covate per 15-16 giorni dalla femmina. I piccoli abbandonano il nido già dopo 10 giorni dalla schiusa. Annualmente avvengono 2-3 covate. L’alimentazione è granivora e insettivora.

Animali

Asino – Equus asinus domesticus
Specie Equine

Attuali impieghi di asino e mulo

La cavalcatura e il trekking someggiato
L’attività della cavalcatura dell’asino si rivolge principalmente ai bambini ed è svolta principalmente in strutture agrituristiche, fattorie didattiche, o ancora in feste o sagre paesane.
L’asino è la cavalcatura ideale per i bambini non esperti, perché poco impegnativo, lento e molto sicuro; è meno nevrile rispetto al cavallo, e necessita di minor sorveglianza da parte degli adulti.
L’adulto, purché di peso normale, può cavalcare l’asino d’età superiore ai quattro anni e di struttura proporzionata al peso del cavaliere.
L’asino cavalcato mantiene un’andatura di 2-3 km orari e può proseguire il percorso per diverse ore consecutive senza sosta.
Nel “trekking someggiato”, invece l’asino o il mulo, sono utilizzati per il trasporto dei più svariati tipi di materiale, dalle tende, ai rifornimenti, alle attrezzature utili all’escursione.
Il trasporto avviene tramite basto, una tecnica che consente di percorrere, con carichi piuttosto elevati, ragguardevoli distanze su sentieri molto stretti e scoscesi.
Il basto è costituito da due arcioni di legno armato e imbottito, uniti da assicelle di legno; viene posto sul dorso dell’asino e qui fissato tramite cinghie sottopancia; è molto rapido da montare, caricare e scaricare, ed è ben tollerato dall’asino che può sopportare il carico anche in sosta.
Un asino adulto di grande taglia è in grado di trasportare un carico di circa un quintale, su un percorso di pianura per una durata di alcune ore; ma su percorsi impegnativi, con tratti impervi e di lunga durata, il carico da porre sul basto non dovrebbe superare un terzo del peso vivo dell’animale
L’attività di ”accompagnatore someggiato” deve essere svolta da personale adeguatamente preparato; a tal fine l’ENGEA (Ente Nazionale Guide Equestri) organizza periodicamente corsi di formazione professionalizzanti.

I lavori in bosco
L’asino ed il mulo sono da sempre stati impiegati in bosco per l’esbosco a soma di legna da ardere o di assortimenti di lunghezza inferiore ai 2 m, e per il concentramento e l’esbosco a strascico di assortimenti di dimensioni maggiori.
Secondo un’indagine censuaria svolta sulle metodologie di raccolta del legname da ardere in alcune regioni dell’Italia Meridionale, l’esbosco a soma con animali in regioni come la Calabria, la Basilicata e la Campania è ancora praticato nell’8-25%.
L’esbosco a soma è razionalmente realizzato con un gruppo di 3-6 animali, un conducente per gruppo, più un addetto per l’accatastamento della legna esboscata all’imposto.
L’esbosco a soma può essere realizzato su pendenze comprese tra 0 e 60% e su distanze di 200 – 1000 m.
I tempi di carico sono di 4 –8 minuti per animale, a seconda della dimensione dell’assortimento e della modalità di sistemazione del carico, mentre i tempi di scarico sono di circa 1 minuto per animale.
Ogni animale può portare un carico di circa 150-200 kg spostandosi ad una velocità media di 1m/s.
Su brevi distanze, dell’ordine di 200 – 300 m, un conducente con 3-4 animali può esboscare 6-10 tonnellate al giorno di legname, mentre sulle lunghe distanze, dell’ordine di 1000 m, può esboscare fino a 5-9 t al giorno.
Un ulteriore impiego degli animali, per lo svolgimento dei lavori in bosco, è il concentramento a strascico, che può essere considerato anche come tecnica di esbosco, ove sia possibile costituire l’imposto a brevissime distanze dal cantiere di abbattimento.
Questa tecnica è impiegabile su terreni con pendenza massima del 40%, dove lo strascico può avvenire solo in discesa.
I muli possono esercitare una forza di trazione sul carico variabile da 60 a 100 kg e possono quindi essere impiegati per il concentramento di legname leggero di piccole e medie dimensioni, su distanze di qualche centinaio di metri.
Di norma la squadra è formata da un addetto per ogni coppia di animali e la produttività si aggira intorno a 8-12 mc per animale al giorno, per l’esbosco in discesa su distanze di circa 100 m .
Benché lo svolgimento di lavori in bosco con l’ausilio di animali possa considerarsi “superato” dal punto di vista tecnologico ed economico, questi potrebbe essere comunque tenuto in considerazione in determinati ambiti territoriali, ove la mancanza di una viabilità interpoderale, lo scarso valore economico degli assortimenti retraibili, uniti all’impatto generato al suolo dal transito di mezzi cingolati o gommati, rendono improbabile lo sfruttamento del bosco.

Il pascolamento e il controllo delle infestanti
L’asino ed il mulo per le loro caratteristiche di frugalità e rusticità possono dare un valido contributo nella gestione delle aree di pascolo limitando l’invasione delle  specie erbacee ed arbustive a scarso interesse floristico vegetazionale (rovi, cardi, inula viscosa etc) che, essendo sgradite  ai ruminanti domestici, tendono a diventare predominanti sul pascolo gestito esclusivamente con i bovini.
Un altro possibile impiego del pascolo equino è dato dal controllo della vegetazione del sottobosco quando l’eccessivo rigoglio di tale vegetazione può rappresentare un potenziale innesco d’incendi boschivi.

L’onoterapia
L’onoterapia è un particolare ramo della pet-therapy che usa l’asino come “terapeuta”.
Questa tecnica sfrutta le particolari caratteristiche fisiche e comportamentali dell’asino (taglia ridotta, morbido da toccare ed accarezzare, paziente, lento nei movimenti ed incline alle andature monotone e controllate), offrendo preziosi servizi per la riabilitazione e la cura degli handicap, ma anche a favore di quelle persone, in particolare bambini, che avvertono l’esigenza di superare problemi di relazione e socializzazione.
In particolare, l’asino può trattare con pazienti autistici, depressi, aggressivi, ipercinetici e ritardati.
Pur non essendo ancora una disciplina riconosciuta dalla comunità scientifica, l’onoterapia è già diffusa negli Stati Uniti e nelle vicine Francia e Svizzera.
In Italia sono ormai molti i centri che la praticano, ma il primo ad introdurla è stato il Centro “Asinomania”, situato a Introdacqua, in Abruzzo. Eugenio Milonis, psicoterapeuta direttore del centro, è stato il precursore di questa tecnica in Italia.

Animali

Cavallo

Napoletano
Atlante delle razze di Cavalli – Razze italiane

Origini e attitudini

La Campania felix, la pianura che si estendeva dal Volturno al Sarno, attualmente corrispondente a parte del territorio delle province di Caserta e Napoli, è sempre stata, per le sue peculiari caratteristiche climatiche e geo-pedologiche, un’area idonea all’ippicoltura. Infatti già gli Etruschi scelsero quest’area per impiantare i loro allevamenti di cavalli, a ridosso degli insediamenti greci della costa flegrea, nell’area capuana, dove successivamente i Romani allevarono i migliori esemplari per la corte imperiale. L’avvento della Repubblica marinara di Amalfi consentì importazioni di cavalli turchi che insieme ai cavalli campani furono la base per la nascita del cavallo neapolitano, apprezzato prima come popolazione indigena e poi come razza.
Il nobile cavaliere napoletano Giovan Battista Caracciolo non si risparmiò in elogi per questi cavalli che mostravano la loro grandezza al passo, al galoppo, in viaggio, in battaglia e nel salto: “… sono di buona taglia e di superba bellezza. Con la loro obbedienza incredibile seguono la musica e si mettono quasi a danzare spontaneamente …”. Nel XV secolo, l’Ercolani scrive: “I cavalli neapolitani godevano la più alta fama come cavalli da guerra”; nel trattato del D’Alessandro “Pietra paragone” (inizio ‘700) si considera il Napoletano come miglioratore di altre razze. Purtroppo i primi anni del ‘900 segnano l’inizio della decadenza di questa razza come viene riportato dal Mascheroni (1903) ed il Fogliata (1908).
E’ allevato esclusivamente in Regione Campania in particolare nella provincia di Napoli.
La conformazione morfologica predispone il cavallo al tiro medio leggero ed alla sella, in particolare alla disciplina del dressage e dell’alta scuola.
a cura di Francesca Ciotola e Vincenzo Peretti

Registro Anagrafico delle popolazioni Equine riconducibili a gruppi etnici locali (D.M. 24347 del 5/11/2003).

Standard di razza – Cavallo Napoletano

1) AREA DI ORIGINE: Napoli e dintorni (Regione Campania).

2) ATTITUDINE: tiro medio leggero, sella (dressage/alta scuola).

3) CARATTERI TIPICI:
a)mantello: baio, morello, sauro bruciato, grigio;
b) conformazione:
– testa: altera, quadrata, fronte ampia, occhi grandi, profilo diritto convesso nel tratto nasale ed accentuato nell’appiattimento delle narici, orecchie piccole e mobili;
– collo: muscoloso, lungo elegantemente arcato, criniera folta e lunga;
– spalla: muscolosa, ben inclinata, lunga, ben attaccata, alta rilevata al livello del garrese;
– garrese: grosso, elevato, incluso nell’ampia base del collo;
– linea dorso-lombare: dritta, di lunghezza giusta;
– groppa: raccolta, larga, quasi doppia, arrotondata, coda attaccata bassa o mediana, folta e lunga;
– petto: ampio;
– torace: profondo;
– arti: proporzionati, molto muscolosi, in particolare i posteriori, asciutti e tendini rilevati;
– articolazioni: larghe ed asciutte;
– andature: eleganti, rilevate, incedere maestoso;
– appiombi: regolari.
c) temperamento: vivace, ardito e generoso.

4) DATI BIOMETRICI (espressi in cm):

Altezza minima garrese:
– Maschi: 150
– Femmine: 150

5) DIFETTI CHE COMPORTANO L’ESCLUSIONE DAL REGISTRO ANAGRAFICO:
– Mantello: diverso da baio, morello, sauro bruciato e grigio.
– Altezza al garrese: inferiore a 150 cm.

Cavallo Napoletano  www.associazionerare.it

Animali

Asino – Equus asinus domesticus
Specie Equine

Generalità e origini dell’asino

– Classe Mammiferi
– Ordine Perissodattili
– Famiglia Equidi
– Genere Equus
– Specie asinus domesticus

Differenziazioni con il cavallo

L’asino si differenzia dal cavallo per le seguenti principali caratteristiche anatomiche e di conformazione esteriore: minore statura; mancanza di un tipo brachimorfo; testa pesante e grossolana con arcate orbitarie e creste zigomatiche pronunciate; ganasce molto sviluppate; labbra grosse; orecchie lunghe; garrese poco sviluppato; dorso spesso insellato; groppa stretta e spiovente (mulina); ventre grande e cascante; arti sottili e asciutti; piede stretto e piccolo (incastellato), con la suola molto concava e con l’unghia durissima; pelo meno abbondante e più grossolano; criniera meno abbondante, con peli diritti; coda non interamente rivestita di peli, ma solo verso l’estremità; mancanza delle castagnette (tipici rilievi cornei alla superficie interna dell’avambraccio ed al lato interno del metatarso) agli arti posteriori. Il raglio dell’asino non è meno caratteristico, quanto tipicamente rumoroso.

L’asino e il mulo nella storia

Storicamente asini e muli furono impiegati come forza motrice per aratri, macine di mulini, per la raccolta delle olive o per pompare l’acqua dai pozzi per irrigare i campi.
Nelle miniere, furono usati per trainare i carrelli carichi di minerale verso la superficie e durante la transumanza, i muli e gli asini accompagnavano i pastori, trasportando i materiali, le derrate alimentari, e  i prodotti d’alpe come il formaggio e il latte.
Si stima che nell’Europa del principio del ‘900 furono allevati quasi 5 milioni di capi tra asini muli e bardotti.  L’Italia fu seconda solo alla Spagna per consistenza di capi allevati, con circa 1 milione di asini e 500.000 tra muli e bardotti.
Una tra le principali ragioni del fiorente allevamento degli asini in Italia, nel corso dell’ottocento e della prima metà primo novecento fu per la produzione di muli da destinare all’esercito. Le razze  principalmente usate furono l’asino di Martina Franca, il Ragusano e la razza francese del Poitou.
Il numero di capi allevati diminuì durante tutto il corso del novecento per subire un definitivo tracollo dopo la Seconda Guerra Mondiale  quando venne meno la necessità di allevare asini e muli da destinare all’esercito nonché a causa dell’incremento della meccanizzazione agricola che sostituì asini e muli con le moderne macchine agricole. Uno studio risalente al 2005 censisce in Italia 29.000 capi  tra asini, muli e bardotti.

Allevamento dell’asino

L’asino viene adoperato per il tiro, per la sella e soprattutto per il basto. Il rendimento lavorativo, specie se paragonato alle sue dimensioni, all’alimentazione generalmente scarsa quantitativamente e di poco significato nutritivo, all’allevamento quasi sempre molto trascurato, è da considerare notevole e superiore a quello del cavallo, anche per la maggiore resistenza. Molto apprezzati anche gli ibridi (mulo quando lo stallone è l’asino, bardotto quando lo stallone è il cavallo).
Il latte d’asina ha sempre goduto, tra l’altro, vanto di medicamentosità e di facilissima digestione. La carne è molto sapida e viene spesso usata per la confezione di insaccati, quasi sempre però mescolata alla carne suina.
L’allevamento si svolge in complesso analogamente a quello del cavallo, con la differenza che il primo è assai meno esigente, più rustico e resistente e più sobrio. Possono entrare a far parte della razione quotidiana una maggior quantità di alimenti grossolani e ricchi di cellulosa (foglie e loppe di cereali e di leguminose, ecc.) meglio previamente trinciati per favorirne la digeribilità. Le asine gravide e allattanti, gli stalloni durante l’epoca delle monte, devono ricevere una sufficiente razione giornaliera di cereali (avena, ecc.) o di altri concentrati, in proporzione al peso vivo ed all’attività produttiva spiegata.
L’asina presenta in genere il primo ciclo di calore ad un anno di età. La stagione delle monte corrisponde a quella dei cavalli (da marzo ad agosto). Il ciclo estruale, di norma, è più regolare che non nelle cavalle e dura 21-28 giorni ed il calore 2-7 giorni. Il calore riappare, nell’asina che ha partorito, dopo 17-18 giorni. In genere l’ovulazione sembra che avvenga 48 ore dopo l’inizio del calore. La gravidanza dura 365 giorni, con variazioni di 8-12 giorni in più o in meno. Il comportamento degli ormoni sessuali nel sangue e nell’urina e di conseguenza la possibilità di fare la diagnosi di gravidanza mediante l’esame di tali liquidi è lo stesso come nelle cavalle.
L’asino stallone eiacula cc. 70-115 di materiale spermatico ed, in media, cc. 40-100, con un contenuto nemaspermatico generalmente superiore a quello dello sperma di cavallo. L’ottenimento dell’eiaculazione con la vagina artificiale, ai fini della fecondazione artificiale è, in genere, facile e lo stallone si presta a montare il manichino anche più facilmente rispetto al cavallo. L’asino usato per la produzione mulina talvolta presenta qualche ritrosia a coprire la cavalla ed allora bisogna ricorrere all’artificio di eccitarlo prima con un’asina in calore. Il tempo di preparazione, precedente alla copula, è molto più lungo che non nel cavallo.

Animali

Cavallo

Murgese
Atlante delle razze di Cavalli – Razze italiane

Origini e attitudini

La Puglia (in particolare le Murge) è la zona di origine e di diffusione. Antica razza che trae le sue origini in epoca di dominazione spagnola con l’importazione di stalloni di razza Araba, Berbera e Andalusa. Ma la vera storia del cavallo Murgese è dovuta alla Contea dei Conversano, famiglia di nobili lungimiranti e abilissimi nella scelta di equini da importare e attenti nella selezione finalizzata alle necessità dei tempi ed alle caratteristiche dei luoghi. La registrazione ufficiale della razza fu iniziata nel 1926 a cura del Deposito Stalloni poi divenuto Istituto di Incremento Ippico di Foggia.
Razza rustica, allevata spesso allo stato brado. Cavallo da sella, per la sua robustezza e il suo carattere (vivace ma docile), è attualmente utilizzata per il turismo equestre e il tiro leggero.
Ass. Nazionale Allevatori del Cavallo delle Murge e dell’Asino di Martina Franca: sito web www.anamf.com

Caratteri morfologici

Tipo: mesomorfo.
Peso medio 350 – 400 kg.
Dati Biometrici a 30 mesi:
Altezza al garrese: 155 -168 cm (maschi); 150 – 162  (femmine)
Circ. torace: 180 cm (maschi); 172 (femmine).
Circ. stinco: 20 cm (maschi); 19 cm (femmine).
Mantello:  morello corvino, ammesso il roano.
Testa leggera con profilo rettilineo o leggermente montonino, non troppo pesante; fronte larga con grande ciuffo, orecchie regolari, occhi grandi ed espressivi, narici ampie e mobili.
Collo robusto con abbondante criniera; spalla giustamente inclinata e muscolosa, garrese abbastanza rilevato.
Dorso orizzontale e ben sostenuto, lombi corti e muscolosi, groppa proporzionata e muscolosa, di giusta inclinazione, petto largo e muscoloso, torace ben sviluppato, coda bassa. 
Gli arti sono solidi con avambraccio mediamente lungo, articolazioni ampie e spesse; andature sciolte, passo sicuro e trotto cadenzato; appiombi regolari, tollerata una lieve falciatura, piede regolare, ben diretto, con unghia compatta e nera.
Temperamento vivace.

Per altre informazioni visita il sito:
www.cavallodellemurge.it

Cavallo Murgese (foto Giorgio Soldi www.cavallodellemurge.it)
Cavallo Murgese

Razza Pugliese

Razza distinta dalla Murgese; di questa razza risultavano iscritti ancora alla monta pubblica nel 1978, 2 stalloni  nelle locali stazioni di monta.
Oggi completamente estinta.

Atlante della Fauna selvatica italiana – Uccelli

Albanella reale – Circus cyaneus Linnaeus, 1766
Atlante della Fauna selvatica italiana – Uccelli

Classificazione sistematica e distribuzione

Classe: Uccelli
Ordine: Accipitriformi
Famiglia: Accipitridi
Genere: Circus
Specie: C. cyaneus L.

L’albanella reale è specie diffusa come nidificante in Europa ed Asia centrali e settentrionali e, con una distinta sottospecie, nell’America del Nord. Le popolazioni del Nord e del Nord-Est europeo sono completamente migratrici, mentre quelle dell’Europa centrale e occidentale sono parzialmente migratrici; le aree di svernamento sono situate in Europa occidentale e meridionale, in Nord Africa e nel Medio Oriente. Le popolazioni asiatiche di Albanella reale svernano dalla Penisola Anatolica alla Cina orientale e al Giappone.
In Italia l’albanella reale è migratrice regolare e svernante. La migrazione post-riproduttiva verso i quartieri di svernamento inizia alla fine di agosto, ma i contingenti più numerosi si registrano in ottobre e novembre; la migrazione pre-riproduttiva verso i quartieri di nidificazione si svolge tra la fine di febbraio e aprile.

Maschio di Albanella reale in volo – Circus cyaneus L. (foto https://lailera.wordpress.com/)
Albanella reale – Circus cyaneus L.
Femmina di Albanella reale in volo – Circus cyaneus L. (foto www.casalinimaker.it)

Caratteri distintivi

Lunghezza: 44-52 cm
Apertura alare: 100-120 cm

Rapace di medie dimensioni, con struttura intermedia tra il più massiccio C. aeroginosus e le più snelle C. pygargus /C.macrourus. Ha coda relativamente lunga e ali larghe in corrispondenza del “braccio” e più corte e arrotondate alla “mano” dove sono evidenti le 5 “dita”. Da posato le ali non superano la lunghezza della coda ma i tarsi relativamente corti fanno sembrare sia le timoniere che le primarie più sporgenti che nelle altre albanelle. Il volo di caccia è tipico di circus radente al terreno con 5-6 battiti intervallato da planate con le ali leggermente rivolte all’insù. A differenza dei suoi congeneri effettua anche scivolate ad ali piatte o incurvate verso il basso e procede in volo battuto per lunghi tratti. Il maschio adulto è caratterizzato da una colorazione grigio-bluastra sulle parti superiori ad eccezione delle primarie più lunghe di colore nero. Capo e petto dello stesso colore e nettamente distinti dalle restanti parti bianche.

Biologia

Volo basso; sul terreno salta e cammina. Si ciba di vari animali di palude, ratti, lucertole, piccoli uccelli, nidiacei e uova. E’ una specie solitaria durante tutto l’anno.
Periodo riproduttivo: depone le uova tra fine aprile e giugno; una covata l’anno.
Costruisce nidi utilizzando stecchi, steli, erbe e foglie sul terreno tra la vegetazione erbacea o cespugliosa e, a volte, nelle zone coltivate a cereali.
Depone in genere 3-5 uova.
La cova, effettuata dalla femmin, dura 29-31 giorni.
Cure parentali: i pulcini sono nidicoli e rimangono nel nido per 5-6 settimane. I giovani raggiungono l’indipendenza dopo circa 3-4 settimane dall’involo.

Animali

Razze italiane minori
Razze Asini

RAZZAPROVINCIA
Sant’Alberto (sinonimo di Romagnolo)Province di Forlì Cesena
Emiliano 
Argentato di Sologno 
CariovilliProvincia de L’Aquila (estinto)
Castel MorroneProvincia Caserta  (estinto)
Asino dell’IrpiniaProvince di Benevento ed Avellino
Asino delle Marche (sottorazza del Pugliese) 
Asino Pugliese 
Asino della Basilicata (sottorazza del Pugliese) 
Asino Leccese (sottorazza del Pugliese)
Probabile sinonimo di Martina Franca
 
Asino S. Domenico 
Asino S. Andrea 
Asino S. Francesco 
Asino Romagnolo (foto Dr. Alessio Zanon)

Informazioni ai naviganti

L’Asino (Equus asinus domesticus) veniva impiegato dall’uomo per il tiro, per la sella e soprattutto per il basto. Animale molto rustico, presenta un carattere docile, paziente e riservato, ed è capace di provare affetto per coloro che lo trattano in modo conveniente, sapendo riconoscere il padrone anche da molto lontano. Un tempo molto diffuso in Italia, è andato via via scomparendo a causa della crescente meccanizzazione dei lavori in campagna. Negli ultimi anni è oggetto di crescente interesse, a causa dell’onoterapia (pratica che utilizza l’asino come strumento terapeutico per rimettere in moto i sentimenti e il piacere della comunicazione emotiva) e della riscoperta del latte di asina, prezioso alimento dalle caratteristiche organolettiche molto vicine al latte materno e quindi molto indicato per i bambini con allergie alimentari. Nelle aziende zootecniche che allevano asine per la produzione di latte, particolare attenzione è dedicata alla cura degli animali in termini di riproduzione, alimentazione, delle rituali operazioni di mungitura e del controllo del benessere animale.

Asino – Equus asinus domesticus
Specie Equine

Generalità e origini dell’asino


– Classe Mammiferi
– Ordine Perissodattili
– Famiglia Equidi
– Genere Equus
– Specie asinus domesticus

L’asino domestico discenderebbe, secondo vari Autori, dal selvatico africano (Equus asinus africanus) il cui mantello è fondamentalmente fulvo e grigio. Gli asini selvatici vivono in branchi non molto numerosi e si dice che siano guidati da una vecchia asina, anziché da uno stallone, come, generalmente, avviene nei cavalli selvatici. L’asino selvatico vive in località povere di vegetazione, desertiche e pietrose, grazie la sua grande sobrietà e resistenza, che gli consentono anche periodiche migrazioni, se si rendono necessarie per la scarsa disponibilità foraggera.
Oltre che lungo le coste dell’Africa orientale-settentrionale, vive ed ha vissuto nella Siria, in Mesopotamia, nell’Afghanistan, nella Persia, nella Russia asiatica meridionale, nel Tibet, nella Mongolia, ecc. Alcuni Autori ritengono che dall’Equus asinus africanus siano originate due sottospecie. L’una quasi estinta, di taglia minore e cioè di m 1,15 al garrese, con striscia scura in corrispondenza della linea dorso-lombare e con una linea trasversale pure scura alle spalle e formante, con la prima, la cosiddetta linea crociata o croce di Sant’Andrea. l’altra – Equus asinus taeniopus – di taglia maggiore, cioè di m 1,25 al garrese, priva quasi sempre della lista crociata, si è originata lungo la zona costiera africana del mar Rosso ed anche dell’Ogaden ed in Dancalia.
L’asino sarebbe stato addomesticato per la prima volta in Numidia. In Europa la specie fu conosciuta tardi e, cioè, nel Neolitico. I suoi resti fossili vi compaiono solo alla fine dell’epoca del bronzo e dell’epoca del ferro.Il mulo, quale prodotto dell’incrocio tra il cavallo e l’asino e la cui raffigurazione compare sui bassorilievi assiri, sembra che sia stato prodotto, la prima volta, nell’Occidente asiatico e precisamente nell’Asia Minore, in epoca immediatamente successiva all’immigrazione mongola.
In Asia si hanno specie equini affini all’asino e, cioè, l’Ermione (Equus hermionus) e l’Onagro (Equus onage).

Animali

Cavallo

Maremmano
Atlante delle razze di Cavalli – Razze italiane

Origini e attitudini

Le origini del cavallo maremmano si nascondono nel territorio della Maremma tosco-laziale al tempo degli antichi Etruschi. Da allora fino all’800 ha mantenuto le stesse forme iniziali: tozzo, forte, ombroso. Intorno al 1870 si cominciò a incrociarlo con cavalli dall’aspetto più gentile e slanciato; grazie all’incrocio con il purosangue inglese si giunse a quella che viene definita “la nuova generazione” con la nascita, nel 1902, dello stallone Fauno nelle scuderie reali di San Rossore (Versilia – Toscana). Il purosangue inglese oltre a ingentilire la tozza e rustica figura del vecchio maremmano ne ha anche aumentato la statura e la nevrilità.
Robusto, resistente alla fatica e alle condizioni climatiche avverse,  generoso, è adatto come cavallo da sella ad adeguarsi alle più svariate esigenze. Per la docilità oggi questo cavallo è apprezzato come compagno per escursioni e passeggiate sia per adulti che per bambini.
I campioni olimpici Raimondo D’Inzeo con Quotidiana e Graziano Mancinelli su Ursus del Lasco hanno dimostrato le doti del Maremmano come saltatore, Stefano Meattini su Rondinella (campione del mondo di velocita’) la sua supremazia nella monta da lavoro. L’ignoranza, il classico pressapochismo italico e la stupida esterofilia non ne hanno permesso una selezione adeguata fino agli anni novanta come cavallo sportivo. Ma da allora molto è stato fatto. L’Associazione Italiana Allevatori Cavallo di razza Maremmana (ANAM www.anamcavallomaremmano.com) e’ stato il primo organismo ad introdurre in Italia il performance test per la valutazione e l’approvazione alla riproduzione degli stalloni e della fattrici. Quindi non piu’ soltanto un giudizio morfologico sul soggetto ma anche di attitudine al lavoro con la valutazione delle andature e della propensione al salto. Il Maremmano e’ un cavallo che ha bisogno di essere rilanciato, ma ha grandissime potenzialita’ (testo di Gregorio Savio).

Caratteri morfologici

Tipo: meso-dolicomorfo.
Il colore del mantello è baio o morello, generalmente scuro.
Altezza al garrese: da 160  a 172 cm.
Peso: 450 – 500 kg.
Equilibrato, energico e molto resistente, buon saltatore.
Classico cavallo militare.
I piedi sono resistenti all’usura e di buona forma.

M. NoGlobal Del Forteto cavalcato da Sheila Nesi di Firenze
Monaco, stallone nato nel 1980, da Treviso e N.Sterlina (foto www.anamcavallomaremmano.com)

Atlante della Fauna selvatica italiana – Uccelli

Albanella pallida – Circus macrourus Gmelin, 1770
Atlante della Fauna selvatica italiana – Uccelli

Classificazione sistematica e distribuzione

Classe: Uccelli
Ordine: Accipitriformi
Famiglia: Accipitridi
Genere: Circus
Specie: C. macrourus Gmelin, 1770

Nidifica nell’Europa sud-orientale e in Asia centrale. Sverna principalmente in India e nell’Asia sud-orientale. In Italia può talora essere osservata come migratrice.

Maschio di Albanella pallida – Circus macrourus
Femmina in volo di Albanella pallida – Circus macrourus
Esemplare giovane di Albanella pallida – Circus macrourus
Albanella pallida – Circus macrourus

Caratteri distintivi

Lunghezza: 40-48 cm
Apertura alare: 95-110 cm

Nell’aspetto è molto simile alle altre Albanelle (minore e reale), ma il colore nel mashio è molto più chiaro. Il maschio adulto ha le parti superiori e il capo quasi completamente grigio chiaro. Fanno eccezione delle remiganti nere e un po’ di bianco barrato di grigio sul groppone. Gola ed alto petto sono anch’essi grigio chiaro mentre addome e ventre sono bianchi. Il becco è giallo alla base e nerastro verso l’apice. Le zampe sono gialle. Le femmine adulte superiormente sono marrone con una fascia bianca sul groppone. Le ali superiormente sono marrone con macchiettature più scure e due zone marrone chiaro nelle parti più prossime al corpo. Il capo è marrone con una zona biancastra sotto l’occhio e poi una banda scura semicircolare. Un collare più chiaro parte dalla base della gola e arriva fin sulla nuca. La coda è marrone barrata di marrone scuro. Inferiormente la parte centrale delle ali, la gola e il petto sono marrone fulvo striato di marrone più scuro. Il ventre è bianco sporco e il sottocoda grigio con barrature grigio scuro. I giovani sono molto simili alle femmine adulte ma con tonalità più fulve nelle parti superiori e con gola petto, addome, ventre e parte interna inferiore delle ali fulvo arancio. La parte terminale prossima al corpo delle ali sia superiormente che inferiormente sono marrone scuro. (fonte http://www.ornitologiaveneziana.eu)

Biologia

Si nutre di piccoli uccelli come allodole e occasionalmente di polli. Da maggio in poi depone 4-5 uova incubate solo dalla femmina in un nido ben nascosto sul terreno.

Animali

Asino Viterbese – Asino di Allumiere
Razze Asini

Origini e attitudini

La zona di provenienza è quella dei Monti della Tolfa ed in particolare quella di Allumiere (Regione Lazio). E’ un animale molto docile e intelligente.

Standard di razza – Asino Viterbese

1) AREA DI ORIGINE: Territorio Laziale.

2) ATTITUDINE: soma, corsa per palio, attacchi, equiturismo, onoterapia, produzione lattea e carnea.

3) CARATTERI TIPICI:
a) mantello: alla nascita presenta un manto baio da chiaro a scuro che mantiene per la fase di crescita. Oltre i 30 mesi il mantello tende a divenire grigio brunastro, grigio pomellato, fino a grigio molto chiaro nei soggetti più anziani: Riga mulina crociata sporadicamente presente. Arti, musello e addome sono di un colore grigio più chiaro.
b) conformazione:
– Taglia: medio-grande
– Testa: proporzionata con profilo diritto o leggermente convesso; occhio tendenzialmente piccolo; orecchie medio lunghe portate sempre erette; narici strette; bocca piccola con labbra sottili, ganasce forti e marcate; criniera corta ed eretta;
– Collo: grosso alla base, muscoloso e proporzionato;
– Spalla: robusta dritta e tendenzialmente inclinata;
– Garrese: muscoloso e poco pronunciato;
– Dorso: raccolto e robusto con linea dorsale diritta o leggermente concavo;
– Groppa: spiovente, larga, corta e muscolosa;
– Petto: non molto ampio;
– Torace: ben sviluppato e mediamente profondo;
– Arti: robusti, muscolosi e asciutti;
– Articolazioni: robuste
– Andatura: energica
– Appiombi: corretti
– Piede: grande e ben conformato, cilindrico con unghie molto dure e scure.
c) temperamento: docile paziente energico e coraggioso, in taluni casi vivace;
d) altre caratteristiche: robusto e frugale.

4) DATI BIOMETRICI (espressi in cm.):

Altezza al garrese:
– Maschi 119 – 137 cm
– Femmine 112 – 135 cm

Circonferenza minima toracica:
– Maschi 100 cm
– Femmine 100 cm

Circonferenza stinco:
– Maschi 11 – 13 cm
– Femmine 11 – 13 cm

5) DIFETTI CHE COMPORTANO L’ESCLUSIONE DAL REGISTRO ANAGRAFICO:
– Presenze di caratteri fenotipici non corrispondenti allo standard.

Asino Viterbese (foto www.asinerialory.altervista.org)

Animali

Cavallo

Lipizzano
Atlante delle razze di Cavalli – Razze italiane

Origini e attitudini

La terra di origine del Lipizzano è Lipizza, località vicina a Trieste (oggi in Slovenia), italiana fino alla seconda guerra mondiale e prima ancora austriaca. Le origini risalgono alla metà del XVI secolo. Per iniziativa dell’Arciduca Carlo di Stiria, terzogenito dell’Imperatore Ferdinando I° d’Austria. Ad influenzare la scelta della zona di Lipizza contribuì la buona qualità dei cavalli che popolavano il Carso e l’Aquileiese ed il suo clima favorevole, oltre alla vicinanza a zone di grande tradizione allevatoriale per la produzione di ottimi cavalli.
L’attuale produzione del Cavallo Lipizzano allevato in purezza, deriva da due stalloni italiani (Conversano e Napolitano), due Klaudrub, un Danese ed un Orientale Arabo.
E’ il cavallo della celebre scuola spagnola di Vienna fondata nel 1729 da Carlo d’Austria.
Sul finire delle Seconda Guerra Mondiale l’Italia è riuscita a conservare (al pari di Austria e Jugoslavia) un nucleo molto numeroso e completo delle “famiglie” che compongono la Razza Lipizzana. In modo rocambolesco, nella primavera del 1945, i registri di razza e una preziosa mandria furono consegnati al Ministero della Difesa Italiano, che li ospitò nel Centri di Montemaggiore. In seguito, la competenza passò al Ministero dell’Agricoltura che ne affidò la gestione all’Istituto Sperimentale per la Zootecnia, ubicato a poca distanza nell’Azienda Sperimentale Statale di Tor Mancina a Monterotondo. Nell’Azienda Sperimentale dello Stato Italiano, da 50 anni i bianchi cavalli Lipizzani sono allevati in purezza con grande serietà e competenza.
L’Italia, in virtù del proprio allevamento Statale di Cavalli Lipizzani, ha potuto aderire alla lipizzan International Federation. Il Libro Genealogico della razza è stato istituito con D.M. del 31/01/84 presso l’Associazione Italiana Allevatori (Tiziano Bedonni – 1995 – www.unire.it)
Oggi viene allevato, oltre che a Lipizza, in Austria (Piber), in Italia (Monterotondo – Roma) e in Ungheria.
Cavallo da sella e da carrozza.

Caratteri morfologici

Tipo: meso-dolicomorfo.
Mantello: specialmente grigio, ma anche bianco, baio, morello e roano.
Altezza al garrese:  150 – 160 cm.
Peso:  480 – 550 kg.
Carattere docile, paziente, volenteroso, forte e socievole.

Cavallo Lipizzano (foto www.uvi.gov.si/slo)

Atlante della Fauna selvatica italiana – Uccelli

Albanella minore – Circus pygargus L., 1758
Atlante della Fauna selvatica italiana – Uccelli

Classificazione sistematica e distribuzione

Classe: Uccelli
Ordine: Accipitriformi
Famiglia: Accipitridi
Genere: Circus
Specie: C. pygargus L., 17580

L’albanella minore è un uccello rapace, che occupa un areale abbastanza vasto, europeo, africano, asiatico. In Italia nidifica in primavera inoltrata in varie regioni del centro-nord, ma ne esistono delle colonie anche in Sardegna e nel Salento; i suoi habitat sono le zone collinari, ma con spazi aperti come terre coltivate o pascoli. Frequenta in riproduzione canneti, paludi, brughiere e campi alberati, zone steppose, savane e coltivi durante lo svernamento. Nel paleartico è specie nidificante e migratrice.

Albanella minore – Circus pygargus (foto http://focusingonwildlife.com)
Albanella minore – Circus pygargus (foto Michele Ferrato)
Albanella minore – Circus pygargus

Caratteri distintivi

Lunghezza: 43-47 cm
Apertura alare: 105-120 cm
Peso: 230-435g. Femmina leggermente più pesante del maschio.

Il maschio ha parti superiori grigio-cenere con remiganti primarie esterne nere. Sopraccoda grigio pallido. La femmina ha parti superiori bruno-castano. Sopraccoda bianco, parti inferiori crema con striature più scure. Nessuna variazione stagionale. Immaturi simili alla femmina. Vola lentamente e in modo costante perlustrando il terreno a bassa quota, planando con le ali tenute a V aperta. Muta annuale post-riproduttiva completa, con arresto durante la migrazione e completata nei quartieri di svernamento (fonte www.sterna.it). 

Biologia

Migratrice regolare su largo fronte con quartieri di svernamento nell’Africa sud-sahariana. Generalmente silenziosa ad eccezione del periodo riproduttivo. Nidifica sul terreno, in vegetazione sia erbacea sia arbustiva, spesso in coltivazioni cerealicole e foraggere. Si nutre di piccoli Vertebrati, soprattutto micromammiferi occasionalmente uova e pulli. Frequenta ambienti aperti di ogni tipo, praterie anche d’altitudine, pascoli, brughiere, coltivazioni cerealicole ecc., generalmente a quote relativamente basse.

Animali

Asino Sardo
Razze Asini

Origini e attitudini

La presenza della specie nell’isola è antichissima. Furono i sardo-punici ad incrementarne l’allevamento con finalità agricole e di trasporto. Secondo altri autori avrebbe origini neolitiche o legate all’importazione fenicia e infine, per altri, di provenienza africana.
La riga mulina crociata, il mantello sorcino, più chiaro sull’addome, sulle occhiaie e sul muso, le dimensioni sensibilmente inferiori permettono di distinguerlo dalle altre razze asinine italiane. Denominazioni differenti sono state date all’asino sardo a seconda delle zone: burriku nelle regioni meridionali e di probabile origine spagnola; poleddu e ainu usati in Barbagia e nel Goceano; molente la dicitura maggiormente diffusa nell’isola e legata all’utilizzo della macina del grano. La molitura si svolgeva, infatti, all’interno di abitazioni rurali bendando l’animale e ricoprendolo con un panno per evitare che il bastone collegato alla macina gli provocasse delle ferite.
Un tempo diffusissimo in tutta l’isola, dove veniva adibito alla macina dei cereali, al trasporto dell’acqua e della legna, ai lavori di aratura, l’asino sardo è stato ormai soppiantato dai mezzi meccanici. Negli ultimi quarant’anni la popolazione asinina complessiva si è ridotta da 38.000 a poche migliaia di capi, quella dell’asino sardo intorno alle 350 unità. L’Istituto Incremento Ippico della Sardegna alleva un gruppo di asinelli presso il proprio Centro di Foresta Burgos. L’obbiettivo prioritario è il recupero di una base genetica sufficientemente larga per avviare un programma di salvaguardia della razza.

Vivace e rustico, è adatto alla soma e al servizio (un tempo molto impiegata nei vari lavori agricoli).
Razza molto considerata sia in Italia che all’estero.

Standard di razza – Asino Sardo

1) AREA DI ORIGINE: Regione Sardegna.

2) ATTITUDINE: soma, tiro, anticamente mola.

3) CARATTERI TIPICI:
a) mantello: riga mulina crociata, bordo scuro delle orecchie; possono essere presenti zebrature alla spalla, agli arti e ventre chiaro. Criniera scarsa e più scura del colore del mantello, coda lunga e con scarsi crini.
b) conformazione:
– Testa: pesante, quadrangolare a profilo rettilineo, orecchie lunghe e dritte;
– Collo: corto;
– Spalla: dritta e corta;
– Garrese: poco pronunciato;
– Dorso: leggermente disteso,dritto;
– Lombi: forti e ben attaccati;
– Groppa: corta e lievemente inclinata;
– Petto: sufficientemente largo;
– Torace: stretto e basso;
– Arti: robusti;
– Andature: corte, poco elastiche, ma sicure;
– Appiombi: regolari;
– Piede: piccolo e duro.
c) temperamento: vivace.
d) altre caratteristiche: rustico e frugale.

4) DATI BIOMETRICI (espressi in cm.):

Altezza al garrese:
– Maschi 80 – 110 cm
– Femmine 80 – 110 cm

Circonferenza minima toracica:
– Maschi 137 cm
– Femmine 137 cm

Circonferenza stinco:
– Maschi 15 – 18 cm
– Femmine 15 – 18 cm

5) DIFETTI CHE COMPORTANO L’ESCLUSIONE DAL REGISTRO ANAGRAFICO:
– Mantello: diverso da quello tipico;
– Occhi: occhio gazuolo.
– Altezza: superiore a 110 cm.

Asino Sardo (foto Alessio Zanon)
Asino Sardo (foto Alessio Zanon)
Asino Sardo (foto www.agraria.org)

Animali

Cavallo

Italiano da Sella
Atlante delle razze di Cavalli – Razze italiane

Origini e attitudini

Razza da sella di recente creazione. Deriva dall’incrocio di molte razze italiane con predominanza dell’anglo-arabo sardo. Si cerca di ottenere un cavallo dall’aspetto nobile e con la robustezza tipica dei derivati dal purosangue inglese, e con l’affidabilità delle razze italiane.
Eccellente cavallo da ostacoli, veloce e sensibile.
Cavallo adatto alle competizioni sportive (salto ostacoli, dressage, completo, endurance).

Caratteri morfologici

Tipo: meso-dolicomorfo.
Mantelli principali: baio, morello, sauro.
Non essendo ancora una vera e propria razza ben definita, l’aspetto esteriore non è omogeneo.
Altezza al garrese:  160 – 170 cm.
Carattere vivace, nevrile e volenteroso.

Italiano da Sella

Animali

Asino Romagnolo
Razze Asini

Origini e attitudini

Razza di asini autoctona dell’Emilia-Romagna (in particolare Provincia di Forlì).
Secondo Marchi e Mascheroni (1925), l’asino Romagnolo deriverebbe dall’asino Pugliese, come pure il Martina Franca e quelli di Marche, Basilicata, Calabria e Sicilia.
Dai dati rilevati nell’Elenco Generale dei Cavalli e Asini Stalloni del Regio Deposito Stalloni di Reggio Emilia nel 1941 erano iscritti alla monta per le Regioni Emilia Romagna e Marche 46 stalloni di Razza asinina Romagnola.
La progressiva meccanizzazione agricola, lo spopolamento delle zone rurali di montagna e collina e la riduzione della richiesta di muli hanno determinato il declino progressivo della razza a partire dal secondo dopoguerra, con una forte accentuazione a partire dagli anni ’70.
Dal 1996 l’Associazione Provinciale Allevatori di Forlì-Cesena-Rimini, ha favorito il recupero della razza. Tale razza/popolazione è stata ufficialmente riconosciuta dal Ministero della Agricoltura, Alimentazione e Foreste dello Stato Italiano con DM n. 20461, pubblicato il 16 Febbraio 2006, quale una delle sette razze autoctone asinine italiane.
L’As.I.R.A.R.A. (Associazione Italiana Allevatori di Razza Asino Romagnolo) sostiene lo sforzo allevatoriale degli associati, nel segno dello sviluppo numerico e della qualificazione selettiva della razza, recependo gli indirizzi dell’AIA (Associazione Italiana Allevatori), Ente che ne gestisce il Registro Anagrafico.
Al 2012, risultano iscritti al registro anagrafico oltre 500 capi, rispetto ai 76 censiti nei primi anni duemila (la iniziale inclusione fu fatta valutando l’aderenza allo standard di razza, tuttora attuale). Si ricorda che il numero di capi che fa considerare una razza fuori dal rischio di estinzione, è stimato in circa 2.000 – 3.000 esemplari.

Standard di razza – Asino Romagnolo

1) AREA D’ORIGINE: Regione Emilia – Romagna.

2) ATTITUDINE: soma e traino.

3) CARATTERI MORFOLOGICI:
Maschi: Statura da 135 a 155 cm; Diametro Torace >150 cm; Stinco >18 cm.
Femmine: Statura da 130 a 145 cm; Diametro Torace >140 cm; Stinco >17 cm
MANTELLO: sorcino, baio scuro (ammessi anche il baio, il morello e il sauro).
Pelo corto e liscio.
Mantello sorcino: riga mulina con croce scapolare lunga e ben marcata, zebrature agli arti anteriori, meno evidenti o assenti agli arti posteriori.
Testa: muso bianco con estremità scura, orecchie con pelame bianco all’interno, barrate di pelo scuro all’esterno con orlatura scura. Occhiaie chiare; gola, canale delle ganasce bianchi. Addome bianco con linea ventrale di peli scuri dalla punta dello sterno ai genitali. Faccia interna degli arti fino a 2/3 della coscia e dell’avambraccio bianca, stinco, nodello e pastorale rivestiti di peli scuri. Coda con peli scuri nella parte interna del fusto e del fiocco, mammelle e scroto scuri. Piede con unghia scura.
Mantello baio scuro: pelo di colore marrone bruciato; musello, occhiaie e gola chiari, ventre e faccia mediale degli arti chiari, criniera nera.

CONFORMAZIONE: testa non pesante con profilo rettilineo tendente al concavilineo, ben portata e distinta, fronte larga, narici piccole e asciutte. Orecchie diritte e frangiate di moderata lunghezza. Occhi grandi a fior di testa con arcate orbitali prominenti. Guance ampie come pure la regione del canale. Collo muscoloso con larga base di attacco alla testa e al tronco. Linea dorsale orizzontale con lombi corti, groppa arrotondata. Petto ampio e profondo, torace molto sviluppato, coda attaccata alta. Arti robusti, appiombi regolari, stinchi di media lunghezza, zoccoli solidi e ben conformati.

4) SVILUPPO GENERALE E TEMPERAMENTO: costituzione robusta e diametri proporzionati a un buon sviluppo generale. Grande portamento e distinzione. Carattere vivace, volenteroso e affidabile.

5) ANDATURE: Potente nel traino e tiro leggero, possiede un trotto vivace e sostenuto che mantiene per lunghe distanze.

6) DIFETTI PIÙ FREQUENTI (la cui presenza potrebbe escludere l’iscrizione al Registro Anagrafico): Mantello diverso da quelli tipici, pelo lungo e lanoso. Testa pesante e inespressiva. Orecchie eccessivamente lunghe e male attaccate. Occhio porcino, labbra cadenti, profilo convessilineo della testa. Collo leggero attaccato male, linea dorso-lombare avvallata, groppa spiovente, petto cadente, appiombi oltremodo difettosi.

As.I.R.A.R.A. – Associazione Italiana Allevatori di Razza Asino Romagnolo www.asinoromagnolo.it

Fattrice Razza Asino Romagnolo e puledra di due giorni (foto www.asinoromagnolo.it)
Stallone Asino Romagnolo (foto www.asinoromagnolo.it)